Ancora non è finito il campionato, eppure pare che il Napoli stia già tracciando le strategie “mercantili” per la prossima stagione. Il primo nodo da sbrogliare riguarda chiaramente il ruolo del portiere.

Nonostante l’investimento importante sostenuto dalla società per strapparlo all’Udinese quattro anni fa, Alex Meret non ha confermato il suo potenziale. Palesando solamente a tratti un innegabile talento. Ecco spiegato il motivo per cui Ancelotti prima e Gattuso poi non l’hanno considerato mai inamovibile.

L’Airone, dunque, è tutt’altro che intoccabile pure per Luciano Spalletti. Non a caso, l’allenatore toscano sembra che abbia chiesto a gran voce la conferma di David Ospina. Il colombiano, tuttavia, non rientra nei piani tecnici del club partenopeo. I motivi sono ormai risaputi: El Patrón si svincola a giugno. E le sue pretese economiche non si sposano affatto con la volontà di De Laurentiis. L’input presidenziale per Giuntoli è noto. Bisogna abbassare drasticamente il monte-ingaggi. Altro che sontuosi rinnovi, magari accompagnati dal classico bonus alla firma.

I costi di Ospina

In realtà, la situazione è abbastanza magmatica. Nel senso che il Napoli ha mantenuto aperto un canale preferenziale con il procuratore di Ospina, Lucas Jaramillo, per vedere se possano essere ricuciti i margini della trattativa.

Nei giorni scorsi, sui media colombiani, l’agente ha rilasciato una dichiarazione nient’affatto divisiva, improntata alla mera diplomazia: “Per ora è tutto uguale, ci sono diverse discussioni avviate ma dobbiamo aspettare ancora un po’. David si libererà a parametro zero ed è un grande vantaggio, ci dà l’opportunità di scegliere e dobbiamo prendere la miglior decisione...”.

In ogni caso, sarebbe una trattativa difficile da portare a termine. Non tanto economicamente, visto che Ospina chiede almeno la conferma dell’attuale vincolo. Ovvero, 2 milioni netti di ingaggio.

Bensì per il peso che una decisione del genere poi produrrebbe sul bilancio del Napoli, che dal punto di vista fiscale, non potrebbe applicare le detrazioni fiscali previste nel Decreto Crescita e sfruttate nel contratto stilato nel 2019, dopo il riscatto del colombiano dall’Arsenal.

Pausa di riflessione su Meret

A proposito di contratti. Anche la situazione di Meret va disciplinata una volta per tutte, considerando che va in scadenza a giugno del prossimo anno. Il Napoli aveva pensato di discuterne il prolungamento fino al 2026.

Ovviamente, le incertezze evidenziate in alcune partite dal friulano hanno costretto la società a fare una serie di valutazioni circa l’opportunità di concedergli piena fiducia, promuovendolo al rango di titolare indiscusso l’annata che verrà.

Dalle parti di Castel Volturno riflessioni e titubanze sono subordinate alla necessità di avere un estremo difensore non solo efficace tra i pali. Ma capace comunque di partecipare attivamente alla costruzione del gioco partendo dal basso, trasformandosi talvolta in un vero e proprio calciatore di movimento aggiunto.

Insomma, il classico portiere affidabile dentro e fuori la porta. Un identikit che si sposa perfettamente con le caratteristiche di Ospina. Un pò meno con quelle di Meret.

Per tale motivo, al momento, si è arenato qualsiasi discorso con la “P&P Sport Management”, l’agenzia guidata da Federico Pastorello, che cura gli interessi del portiere ex Udinese e Spal.

Niente azzardi, usato garantito

Nel frattempo, cominciano a girare le prime indiscrezioni. Specialmente in questa fase della stagione, è tradizione dell’italico pallone far uscire ad arte rumors di mercato, con la chiara intenzione di suscitare interesse attorno a determinati giocatori. Stimolando così la fantasia dei tifosi. Nonchè, aguzzando l’ingegno dei direttori sportivi, costantemente attenti a subodorare l’affare.

Altro che opzioni “esotiche”, tipo il 23enne portoghese Luís Maximiano, del Granada. La voce che circola con insistenza da qualche giorno tra gli addetti ai lavori potrebbe avere un fondo di verità. Il Napoli sarebbe seriamente intenzionato a riportare all’ombra del Vesuvio Luigi Sepe. In azzurro come dodicesimo tra il 2016 e il 2018, con Maurizio Sarri in panchina.

Attualmente in prestito alla Salernitana – obbligata a riscattarlo in caso di salvezza -, ma di proprietà del Parma, Sepe associa alle proverbiali doti tecniche tipiche dei numeri uno, l’abilità con i piedi. Inoltre, essendo cresciuto nel vivaio del Napoli, risolverebbe un mucchio di problemi regolamentari. Non bisogna trascurare, infatti, che le squadre di Serie A devono utilizzare 25 calciatori, di cui almeno 4 formati nel settore giovanile.

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