A questo punto della stagione sembra davvero che il Napoli abbia preso decisamente consapevole di quanto sia forte. Gli azzurri, infatti, procedono con il pilota automatico inserito, in attesa di testare gioco e ambizioni in Champions League.

Il manifesto di un gruppo apparentemente imbattibile, almeno in Italia, è la lunghezza della rosa, non solo completa in ogni ruolo, ma anche ben gestita da Spalletti. Pure contro il Sassuolo, dal cilindro dell’allenatore toscano sono uscite tre risorse – etichettarli panchinari sarebbe assai riduttivo -, il cui valore individuale non ha affatto abbassato il livello del calcio sviluppato dalla squadra partenopea.

Un sistema che si fonda sul possesso, ma arricchito da picchi di verticalità, per renderlo più veloce e meno leggibile alla concorrenza.   

Vincere aiuta a vincere

Magari l’Entraicht sarà un avversario maggiormente credibile rispetto alle “strisciate” oppure alle romane. Del resto, è proprio la competitività della middle class a testimoniare lo spessore di una Lega.

Questo non vuol dire che il Napoli stia letteralmente dominando la Serie A perché ormai è un campionato apatico e decadente. Al contrario, il ritorno della Coppa dalle Grandi Orecchie è l’occasione giusta per rimarcare la capacità della squadra di Spalletti di esprimere un gioco intenso e qualitativo rispetto a tutte le altre potenziale candidate allo scudetto.

Ovviamente, se “vincere aiuta a vincere”, è pur vero che in Europa c’è un carico di pressione e aspettative sicuramente superiore al solito.

In Europa per legittimarsi

In questo senso, la partita di Francoforte ha un valore altamente simbolico, perché potrebbe legittimare gli azzurri agli occhi della nobiltà calcistica, da mera outsider a uno dei team più forti d’Europa.

Il resto è miraggio o utopia. Qualcosa a metà tra il sogno e la magia. Un castello edificato talmente in aria, da non avere alcun fondamento concreto. Eppure, talvolta, le illusioni prendono corpo…

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