Nel Napoli che ha chiuso il girone d’andata a quota 50 punti, spesso è stato decisivo Victor Osimhen. Le partite degli azzurri sono piene di momenti di grandissima qualità. Una libertà creativa all’interno di un sistema perfettamente organizzato, che determina giocate nient’affatto casuali, in cui Il capocannoniere della Serie A con 13 reti sembra palesare tutta la sua immarcabilità.
Effettivamente, il nigeriano sta attraversando uno stato di grazia tale, da renderlo ingiocabile per qualsiasi difesa. Una brutalità fisica che rappresenta al meglio come il centravanti azzurro si sia preso la leadership offensiva della squadra partenopea. Non a caso, contro la Salernitana è arrivato l’undicesimo gol nelle ultime 10 partite.
Attualmente gli si farebbe un torto notevole se lo considerassimo un attaccante che accende la miccia esclusivamente per esplorare cosa c’è alle spalle della retroguardia avversaria. Per assurdo, il fotogramma in cui dimostra quanto ormai sia diventato dominante negli ultimi sedici metri è il gol annullato all’Arechi, causa fuorigioco millimetrico. Uno scenario in cui impressiona il tiro al volo con pochissimo angolo. Senza nemmeno guardare, incrocia con il sinistro una palla complicatissima. Segno di coordinazione, funzionale a controllare perfettamente il corpo, con il marcatore addosso.
Non solo gol e verticalità
I gol, è inevitabile, fanno sempre la differenza quando si giudica un attaccante. Eppure, Osimhen sta orientando la manovra offensiva in virtù di una innegabile versatilità. Per cui diventa poi complicato etichettarlo all’interno di uno steccato tattico ben definito.
Da quando è ripreso il campionato, dopo la sosta per il Mondiale, Spalletti ha escogitato una strategia per sottrarre il Napoli dal pressing altrui e la riaggressione. Osimhen diventa quindi imprescindibile per consentire agli azzurri di uscire senza necessariamente palleggiare dal basso, al cospetto di avversari che tentano di soffocare il possesso, oppure scelgono una via alternativa alla pressione. Ovvero, fanno grande densità in zona centrale.
Impressiona la capacità del centravanti partenopeo di scardinare queste situazioni, ricevendo in diagonale il lancio lungo dietro la mediana avversaria. Svuotando il cono di luce davanti l’area di rigore, infatti, si defila lateralmente, mettendosi nella posizione migliore per impegnare contemporaneamente terzino e centrale di parte.
Così, recupera un mucchio di palloni, in porzioni di campo teoricamente poco pericolose. Che però la sua primordiale velocità trasformano in potenziali transizioni devastanti. Finendo per ampliare notevolmente la varietà del calcio prodotto dal Napoli.
Osimhen vale i Top del ruolo
Grazie a questa capacità di fare da calamita ai lanci dalle retrovie, Osimhen ripulisce e difende il possesso, evitando che il Napoli si schiacci troppo. Un discorso sia calcistico; ma soprattutto emotivo. Si carica letteralmente i compagni sulle spalle, trascinandoli di peso dall’altra parte del campo. Certificando, se ancora ce ne fosse bisogno, il suo definitivo salto di qualità.
La consacrazione nell’alveo ristrettissimo dei Top Player del ruolo, accanto a icone del calibro di Erling Haaland e Kylian Mbappé.
L’ennesima riprova di un attaccante clamorosamente eccitante, che dispensa pillole del suo repertorio offensivo, accendendo la fantasia dei tifosi. Ormai non più stupiti da tanta personalità, associata a dominanza tecnico-tattica.
Insomma, con Osimhen in campo il Napoli sembra davvero possa volare oltre i propri limiti.
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