Ieri sera il Napoli, superando lo scoglio degli Ottavi di finale, ha conquistato per la prima volta un piazzamento tra le migliori otto nel ranking europeo. A posteriori, dunque, la partita con l’Eintracht Francoforte segna in maniera indelebile un pezzetto di storia della squadra partenopea, al di là di come andrà poi a finire l’avventura degli azzurri in Champions League.

Inoltre, considerazione nient’affatto secondaria, alla luce dei reiterati tentativi di sminuire la splendida cavalcata degli uomini di Spalletti, in campionato e nella Coppa dalle Grandi Orecchie, l’italico pallone non portava tre rappresentati così avanti nella competizione dal 2005/06.

Insomma, in barba a quella parte della critica che ritiene normale il rendimento del Napoli, al punto da non fare (quasi…) più notizia, la qualificazione ai Quarti certifica, se ancora ce ne fosse bisogno, il livello competitivo della Serie A, mai vituperata e sbeffeggiata in tal modo, da quando gli azzurri la stanno letteralmente dominando.

E se le milanesi hanno scelto di affidarsi alla tradizione italiota, rispolverando un concetto “vecchio” per impostazione tattica e mentale; nondimeno, tremendamente efficace, all’ombra del Vesuvio, hanno preferito il gioco proattivo. Interpretando ogni gara di coppa senza alcun imbarazzo.

Quindi, accantonando atteggiamenti vistosamente iper-difensivi, tipici dell’Inter di Simone Inzaghi. Pronta a ripartire in transizione, dopo essersi arroccata negli ultimi sedici metri per la stragrande maggioranza del match contro il Porto. Oppure con la prudenza del Milan di Pioli, convertitosi di colpo ai tre centrali: sicuramente uno sviluppo in chiave prudenziale nell’approccio all’evento agonistico.

Dominante in Europa

Dopo la vittoria contro l’Eintracht, invece, il Napoli può legittimamente rivendicare un percorso suggestivo, tutt’altro che casuale, caratterizzato da una precisa identità calcistica, nonché sulla forza delle proprie idee.

Finora ha dominato chiunque si parasse sul suo cammino, dimostrando ampiamente innegabili abilità tecniche; supportate da una eccezionale condizione fisica. Qualità in grado di consentire alla squadra partenopea di asfaltare chi è di pari livello. Oppure gestire a piacimento avversari teoricamente inferiori, eppure ferocemente determinati a invertire il destino da vittima sacrificale, concedendo ben pochi spazi.

Veicolando una sensazione di forza, in grado di impattare emotivamente su tifosi e addetti ai lavori. Non a caso, ieri sera, al cospetto del mutato atteggiamento dei tedeschi, meno chiusi e speculativi rispetto all’andata, gli azzurri non sono andati in crisi.

Anzi, hanno sfruttato la loro arma migliore, adattandosi alle circostanze contingenti. Amministrando solamente l’intensità del possesso. Intuendo quando era il caso di accelerare, cambiando ritmo.

Orizzonte di gloria

Adesso il Napoli attende con trepidazione il sorteggio di domani, che definirà gli accoppiamenti e il calendario. L’andata si gioca 11 e 12 aprile; martedì e mercoledì della settimana dopo, il ritorno.

Dall’urna di Nyon, in cui sono inseriti i nomi delle “magnifiche otto” (oltre al Napoli, Manchester City, Bayern Monaco, Benfica, Inter, Milan, Chelsea e Real Madrid, detentore del trofeo continentale più ambito), potrebbe saltare fuori anche un derby.

Chiunque dovesse uscire, sarà il massimo della goduria cui può aspirare un gruppo che potrebbe non aver ancora esplorato del tutto le sue potenzialità. Ergo, con ampi margini di crescita. Di certo non è cosa da poco, se si guarda lontano. Magari non ancora fino all’Atatürk Olympic Stadium di Istanbul.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

RESTA AGGIORNATO SUL NAPOLI:

LEGGI ANCHE come il Napoli ha disinnescato il piano gara dell’Eintracht 

SEGUICI SUI PRINCIPALI SOCIAL: