Nel corso del consueto appuntamento quotidiano con la trasmissione “Si gonfia la rete”, sulle frequenze di Radio Marte, è intervenuto Beppe Scienza. L’allenatore della Pro Vercelli torna a parlare dell’amichevole contro gli azzurri.

Il Napoli mi è piaciuto tantissimo. Hanno fatto una prima mezz’ora di livello altissimo, poi hanno abbassato il ritmo. Ovviamente non potevano mantenerlo per tutta la partita, dopo solo 10 giorni di ritiro. Abbiamo cercato di resistere e dopo i primi 30′ siamo riusciti a salire e fare anche qualche azione offensiva. Per noi è stata una esercitazione difensiva importantissima. Abbiamo accettato gli uno contro uno ed abbiamo avuto molto coraggio. Spero riusciremo ad averlo anche durante il campionato...”.

Scienza poi si sofferma sulle differenze incontrate nella sgambatura che ha preceduto il test match contro i partenopei, ovvero l’allenamento congiunto sostenuto con l’Inter.

Sono rimasto molto impressionato dal Napoli, è vero che giocavano contro una squadra di Serie C. Ma noi la prima mezz’ora non abbiamo mai visto palla. Abbiamo fatto un’amichevole contro l’Inter, ma il ritmo del Napoli era totalmente diverso. Probabilmente sarà così durante la stagione: l’Inter va a fiammate, gli azzurri invece vanno sempre al massimo!“.

Chiaramente, la gara con i bianchi piemontesi verrà ricordata soprattutto per il grave infortunio accorso nei primi minuti di gioco a Diego Demme.

Demme mi è piaciuto tantissimo. Secondo me, è molto importante nell’economia della squadra. Siamo mortificati e dispiaciutissimi per l’infortunio capitato proprio contro di noi. Abbiamo fatto tutto il viaggio di ritorno in rigoroso silenzio per rispetto del giocatore. Siamo onorati dell’invito di una squadra come il Napoli. Non volevamo giocare in modo falloso, ma il Napoli andava talmente veloce che i falli li abbiamo fatti perché ci mandavano fuori tempo. Sapevamo che era un’amichevole e il tono agonistico non doveva essere troppo duro, ma ripeto: il Napoli ha giocato talmente bene e in modo talmente veloce che siamo andati fuori tempo in alcune occasioni. Gianmarco Comi, l’autore del fallo, era mortificato e quasi non parlava“.

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