Luciano Spalletti sta meditando se domani sera possa essere il momento giusto per effettuare un massiccio turnover. Il Napoli, infatti, entra in scena nella Coppa Italia e affronta per gli Ottavi la Cremonese, con la voglia di onorare l’impegno. Associato, tuttavia, alla consapevolezza di quanto sia necessario far rifiatare chi finora ha tirato maggiormente la carretta.  

La stagione ancora lunga, appesantita da un calendario che non concede un attimo di respiro, suggerisce al tecnico di Certaldo di ruotare i giocatori in rosa. Soprattutto quelli che finora hanno trovato meno spazio. Una chance importante, dunque, per dimostrare che anche loro possono garantire un minutaggio di qualità.

Ovviamente questo non significa che la squadra partenopea vorrà perdere, seppur momentaneamente, i suoi principali uomini simbolo. Così, immaginare un undici di partenza completamente rivoluzionato contro i grigiorossi non appare affatto campato in aria. In primis, nel reparto offensivo, dove Raspadori e Simeone scalpitano.

Raspadori completo e variegato

Al rientro dalla sosta post-Mondiale, Jack ha sempre giocato, partendo però dalla panchina. Ma solo con la Juventus, sostituendo proprio Osimhen, s’è posizionato al centro dell’attacco.

Nelle precedenti occasioni – Inter e Sampdoria – subentrando in corso d’opera, aveva occupato una zona più defilata, muovendosi da sottopunta o esterno. Rispondendo comunque in modo convincente alle richieste del suo allenatore. Uno scenario tattico ampio; in ogni caso capace di esaltare un offensive player come l’ex Sassuolo, dal campionario completo e variegato.

In effetti, Raspadori può giocare da centravanti classico, aprendosi la strada verso gli ultimi sedici metri attraverso finte ubriacanti e abilità nei fondamentali espresse con grande rapidità, in particolare nello stretto. Non disdegnando pure di esprimere compiutamente tutto il suo potenziale, abbassandosi sulla trequarti oppure decentrandosi.

Napoli sulle spalle di Simeone

Lo stesso El Cholito interpreta il ruolo in maniera diversa rispetto a Osimhen o Raspadori. Questa sensazione contribuisce ad alimentare un dubbio amletico circa la formazione da opporre ai grigiorossi.

In realtà, Simeone palesa un giusto mix tra tempismo e intelligenza. Perché ragiona alla stregua del più tradizionale tra i finalizzatori. Quindi mortifero all’interno dell’area di rigore; nondimeno, è in grado di svolgere un lavoro oscuro, funzionale ai bisogni della squadra, grazie alla Garra Charrúa: quella feroce determinazione, che evoca lo spirito guida calcistico tipicamente argentino.

Sarà interessante, allora, capire se Spalletti intenda schierarli in coppia con la Cremonese. Magari optando per un sistema (il 4-2-3-1) che ne favorisca l’impiego in contemporanea, assecondando le doti di entrambi. Con Simeone chiamato a svuotare letteralmente il cono di luce centrale, facendo a sportellate con i difensori avversari. E Raspadori lesto, immediatamente dopo, ad aggredire la profondità, inserendosi da dietro. Banchettando proprio in quegli spazi.

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