Higuain, tre fischi lunghi in una notte di autunno. Tre fischi lunghi ed un sipario che scende. Una fine, un inizio, senza dubbio un momento di riflessione. L’ultima volta, l’ultimo giorno, l’ultimo turno di servizio. In questo la vita è profondamente democratica. A ‘ livella. Ci perdoni Principe.

Non c’è alcuna differenza tra un operaio da miniera ed un ricco calciatore.
Entrambi finiscono, cala il sipario e serve aver testa per riorganizzare l’esistenza.
Tanti son i casi in cui l’Uomo si identifica così tanto con il lavoratore che il “giorno dopo” il castello di carte crolla con uno spiffero.
Chi chiede approfondimento guardi ai campioni dimenticati.
Higuain la chiude.
Gonzalo si ferma.
Inginocchiato a centrocampo. “Solo” ed in lacrime.
Il business estremo può diventare una patologia. La ricerca ossessiva della prestazione e del risultato può uccidere.
Se non fuori certamente dentro.
Può scavare poco a poco come una lenta ma inesorabile trivella.
È tempo del pianto, del Liberarsi e del Riposo.
Finalmente Gonzalo mette il punto.
Il contratto da onorare era diventato manetta.
Galera.

Gonzalo ora è libero.
Libero e liberato.

Gonzalo è vivo.
Ha fatto il viaggio ed è tornato salvo a casa.
“Vorrei fare il MENTAL COACH, Aiutare i Giovani.Studiare. Sostenerli. La Testa è ciò che ti porta più vicino ai risultati in ogni cosa “.

Bravo Gonzalo.
Studiare, Crescere, Imparare e Dare.
Dovrebbe essere il mantra dei cattolici. La “missione” di ogni parroco, la via di ogni Adulto.
Bravo Gonzalo, benvenuto collega nel mondo articolato e spigoloso dei Coach.
Benvenuto a bordo.
Benvenuto Adulto.

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