La stagione di Mario Rui è stata davvero straordinaria, al netto del deprecabile comportamento di Empoli. Il rosso diretto per fallo di reazione su Caputo, tuttavia, non deve assolutamente derubricare i meriti del mancino, il cui rendimento, a dir poco impressionante, giustifica i complimenti raccolti finora.

Del resto, già l’anno passato aveva compiuto un decisivo passo in avanti, sul piano della leadership tecnica ed emotiva. Prima era un semplice laterale difensivo. Oggi, invece, ha ampliato notevolmente il bagaglio tattico, aumentando talmente tanto le sue competenze nelle due fasi in cui si articola la gara, da trasformarsi all’occorrenza in regista aggiunto, assai collaborativo nel consolidare il possesso. Se non addirittura, mezzala “occulta”, capace di sfruttare gli spazi creati da Kvaratskhelia e proporsi molto in alto rispetto allo stesso georgiano. Così da interpretare questa nuova posizione, arricchendola con cross e assist per i compagni.  

Né gloria passeggera, quindi, tantomeno exploit transitorio: manco l’espulsione può sminuire il peso specifico nel gioco del Napoli del portoghese. Cha sta tirando fuori il meglio di sé proprio in campionato, dove Spalletti gli garantisce la titolarità indiscussa della fascia sinistra. L’allenatore toscano, infatti, se ne priva soltanto in Champions League. Competizione in cui preferisce privilegiare la maggior fisicità di Olivera.

Uno scomodo precedente

Insomma, un gesto impulsivo, quello del Castellani. Troppo simile, però a un altro rosso diretto rimediato da Mario Rui, quando lo Spartak Mosca vinse al Maradona 3-2, compromettendo seriamente il cammino della squadra partenopea in Europa League.

Gli azzurri stavano letteralmente dominando. Eppure, improvvisamente la partita divenne un incubo. Poco prima della mezz’ora, un innocuo passaggio viene intercettato dal portoghese, che entra in maniera scomposta su Moses. La scivolata con piede a martello, inizialmente è valutata senza cattiveria. Dunque punita con il giallo. Ma richiamato dal Var, l’arbitro slovacco Kruzliak cambia idea e converte l’ammonizione in espulsione.   

In inferiorità numerica, Spalletti ridisegna il Napoli, schierandolo 4-2-3: Elmas diventa terzino destro, Di Lorenzo si sposta a sinistra. Mentre Fabiàn Ruiz e Zielinski occupano lo slot del doppio mediano davanti alla difesa. In ogni caso, l’idea di mantenere il tridente PolitanoPetagnaInsigne viene accantonata quasi subito. Malcuit avvicenda Insigne, cosicché Elmas può scalare al posto del capitano.  

Inutile ricordare che quella sera il francese ne combinò una dietro l’altra, favorendo la rimonta dei russi…

Tatticamente determinante

Appare evidente che Mario Rui sia comunque migliorato tantissimo sul versante della impulsività. Un processo di maturazione che oggi gli consente di sprecare inutili energie nervose, mantenendo il focus attentivo esclusivamente sui compiti affidatigli da Spalletti.

All’interno del calcio accattivante sviluppato dagli azzurri, i terzini hanno la libertà, nel momento in cui leggono situazioni favorevoli, di occupare gli spazi a seconda di come si muove la pressione avversaria.

Uno scenario strategico che li rende veramente determinanti nello smarcarsi e partecipare attivamente alla costruzione della manovra. Ovviamente, approfittando anche del ruolo di Kvaratskhelia e Lozano.

Gli esterni offensivi del Napoli lavorano alla massima ampiezza, tenendo impegnati i dirimpettai. La conseguenza pratica è sempre la medesima: se il difensore si alza forte sull’offensive player partenopeo, marcandolo a uomo, allora la sovrapposizione in fascia diventa devastante. In alternativa, quando l’attaccante si isola uno contro uno, riceve la collaborazione dal basso e produce un evidente sovrannumero in fascia.

Chiaramente, poiché i giocatori contano relativamente, avendo acquisito tutti i princìpi tipicamente spallettiani, contro la Lazio, l’assenza per squalifica di Mario Rui sarà assorbita da Olivera. In grado di bilanciare adeguatamente i flussi di gioco sviluppati dalla capolista.  

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