Quattro mesi di silenzio assoluto, imposto innanzitutto ai propri tesserati. Ma soprattutto a sè stesso. Ad Aurelio De Laurentiis non deve essere parso vero poter riprendere a parlare, dopo ben centoventi giorni di mutismo.

Il presidente del Napoli non poteva certamente evitare di approfondire il tema della mancata qualificazione in Champions League, conseguenze diretta e concreta di un pomeriggio nefasto, oltre che inspiegabile: quello con il Verona. “Non mi rimprovero di nulla. È stato un campionati falsato, ma per tutti. Poi la dietrologia ti fa fare brutti pensieri, ma non è il mio caso. Napoli-Verona? Sono andato negli spogliatoi durante l’intervallo, mi ha fatto piacere vedere il gol segnato che mi ha rilassato, non mi ha fatto piacere vedere il pareggio…”.

Il produttore romano non vuole approfondire il discorso sulla gara contro gli scaligeri. Al contrario, preferisce affrontare il discorso da una prospettiva più ampia. “Arrivi alla fine di un campionato così negativo e complesso sul piano della tensione nervosa, perché giochi su un filo di lana il posto, dove anche il risultato degli altri conta più di qualunque altra cosa e dove nel corso dell’anno sei stato bastonato in alcune gare dove meritavi di avere qualcosa di più. Non ho nulla da recriminare, è stato un anno e mezzo falsato...”.

Con la solita schiettezza che ne contraddistingue le conferenze stampa, alimentate in continuazione da atteggiamenti istrionici, tipici dell’uomo di spettacolo, ADL ha candidamente confessato i motivi che l’hanno spinto a mettere il bavaglio a tutti. “Visto che in alcune partite Gattuso non si sentiva in forma perfetta e visto che gli interlocutori erano ex calciatori che lo conoscevano, allora ho fatto in modo che nessuno potesse speculare su Napoli e i tifosi…“.

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