In ogni angolo del mondo ci sarà sempre una famiglia azzurra pronta ad accoglierti con calore ed affetto”

La rubrica “VITA DA CLUB” vuole rappresentare una finestra sul panorama mondiale, un viaggio all’interno del tifo azzurro presente in ogni parte del globo.  La quarantaduesima intervista è dedicata al Club Napoli Castellabate del Presidente Alessandro Meola.

Parlaci di te e del Club che rappresenti

Sono Alessandro Meola e sono il presidente del Club Napoli Castellabate. Il mio amore per il Napoli ha radici profonde. La passione mi è stata tramandata da mio padre e da mio zio che non perdeva una partita quando Diego deliziava Napoli. Frequento la curva A con gli amici di sempre, la mia seconda famiglia. Tante sono anche le trasferte a cui ho preso parte, Genova, Bergamo, Roma, Milano. Anche in Europa, Londra, Marsiglia.

Il club nasce nel luglio del 2011, all’inizio era un club virtuale su Facebook; successivamente una bella sera, insieme ad un gruppo di amici, ci siamo riuniti per dare vita al club. Con l’entusiasmo al massimo, contavamo più di 100 iscritti. C’era già stato un Club Napoli a Castellabate ai tempi del primo scudetto, poi finito a distanza di anni. Noi ne abbiamo preso l’eredità. Serviva da troppo tempo un baluardo azzurro in un paese dove ci sono troppi tifosi a strisce (Juve, Milan, Inter).

Qual è stato l’episodio più emozionante che avete vissuto?

Oltre alla serata dove ci siamo riuniti per fondare il club, sicuramente la Coppa Italia del 2012 e la Super Coppa di Doha, dopo la delusione della farsa di Pechino. Bel ricordo anche il Napoli dei record di Sarri, annata in cui lo scudetto era nostro, e nel nostro cuore di tifosi, nonostante l’almanacco dice altro, quello scudetto è nostro, sudato, guadagnato giocando a calcio, con l’ammirazione di ogni vero amante di questo sport.

Raccontaci un aneddoto particolare legato al club.

Un episodio simpatico è sicuramente quello legato ai festeggiamenti della prima Coppa Italia. Primo trofeo della nuova era, primo dopo anni. Eravamo pronti e carichi per recarci a Capodichino, ma fummo chiamati dagli amici del Club Napoli Casal Velino. Andammo a festeggiare li, perché tanto potevamo partire in qualsiasi momento. Alla fine ci ritrovammo insieme a loro ed ai fratelli azzurri del Club Napoli Ascea. A fine serata, sfiniti, tornammo in piazza a Santa Maria di Castellabate per i saluti, ci guardammo in faccia e ci dicemmo: “ma non dovevamo andare a Capodichino?”.

– Come sta reagendo il club a questo momento di difficoltà, che ormai dura da circa un anno, legato all’emergenza epidemiologica?

Con difficoltà sicuramente, siamo in pochi in quanto molti soci preferiscono restare a casa, oltre al fatto che dobbiamo evitare assembramenti. Abbiamo tra i soci molti che hanno un’età importante e dobbiamo essere responsabili, non si può rischiare. Ci saranno tempi migliori per condividere di nuovo la nostra passione, abbracciandoci forte per una vittoria.

– Se avessi dinanzi a te D10S per qualche istante cosa gli diresti?

“Potevi essere un fuoriclasse ovunque, hai scelto di essere una legenda per Napoli”.

– Quali sono i calciatori del Napoli, ad esclusione di Diego, a cui ti senti più legato? 

Cavani senza dubbio, un atleta formidabile, un guerriero. In pochi lottano senza mai mollare come lui. Una partita emblematica è sicuramente Napoli Dnipro, ma è solo una delle tante. Come non ricordare il gol al Lecce, oppure la tripletta alla Juventus ed alla Lazio. Si potrebbe continuare per ore. Non possiamo non menzionare Higuain, ci ha regalato emozioni uniche; vabbè, il trasferimento alla Juve è stata una mazzata, però non possiamo negare ciò che abbiamo provato grazie a lui sugli spalti o davanti ad uno schermo.

– Cosa consigli di visitare (e di mangiare) ai tifosi azzurri che dovessero passare dalle vostre parti?

Di sicuro il centro storico a Castellabate capoluogo, conosciuta ormai per il film “Benvenuti al sud”. Altre mete da visitare sono le due marine, Santa Maria con i lungomari e il corso e San Marco, piccolo borgo marinaro con il suo porto. Quanto al cibo consiglio sicuramente la cucina tipica Cilentana: Fusilli, lagane e ceci, gli scauratelli, l’acquasale, le alici ‘mbuttunate, la frittura di paranza, lo sfriuonzolo di maiale, la pizza cilentana che, a differenza della margherita, presenta il formaggio grattugiato in sostituzione della mozzarella. Per ultimo, il fico bianco del Cilento che è veramente un qualcosa di unico.

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