And the winner is?
Mr. Aurelio De Laurentiis.

Caro presidente complimenti ce l’ha fatta.
Se il suo intento era sbaragliare la concorrenza dei “topic” di questa pazza estate e divenire il protagonista indiscusso delle questioni nazionali ed ora internazionali, bhe, complimenti, ha vinto lei.
Eccole il premio.

Soltanto tre giorni fa in una intervista che definire scoppiettante è dire poco, il presidente, aveva attaccato chiunque e qualunque cosa.
In ordine sparso, la Federazione, il presidente Gravina, i mondiali in inverno, il vil denaro, i calciatori mercenari, l’impossibilità di gestire due squadre finendo per planare sulla classica buccia di banana.

Si definisce gentilmente buccia di banana quell’argomento spinoso che mai va toccato.
Il rischio di ritorsione mediatica è talmente alto che nemmeno i capi di stato osano.

Chi fa politica ad esempio, e non facciamo di questo un vanto, conosce perfettamente come mitigare i termini e sa come in campagna elettorale si può dire tutto ed il contrario di tutto, ma mai e poi mai usare insieme il verbo alzare ed il sostantivo tasse.

Governi solidi sono crollati in un sol giorno.

De Laurentiis lo sa perfettamente ma conosce anche meravigliosamente il godimento che si prova a schierarsi contro l’universo intero.

Quel morboso godimento che un maschio prova a sentirsi paladino di una sua personalissima giustizia.
La letteratura ne è piena.
Le favole ancor più.
Il ruolo del super eroe che difende l’umanità fa impazzire il signor De Laurentiis.

Dott.ssa Lucia Battaglini

“Il Narcisista Overt è caratterizzato dal tema della grandiosità. Dominante, appare spesso come arrogante nel suo modo farsesco di esprimersi e muoversi. Agisce come attore su un palco, sembra reciti un ruolo più che viverlo. Il Narcisista, nella fattispecie quello Overt, è caratterizzato dal tema della grandiosità. Assomiglia ad un attore a cui mai la platea deve “permettersi” di negargli sguardi e applausi, ben inteso che anche gli scontri e le critiche abbiano per lui valore di riconoscimento, di nutrimento.
Non mi riferisco al presidente de Laurentiis, la professione e la deontologia me lo vieta è solo un profilo che pare avvicinarsi alle caratteristiche comportamentali degli uomini di potere a cui il presidente vagamente assomiglia”.

È quanto mi racconta in una breve chiacchierata la dottoressa Lucia Battaglini psicologa clinica.

Siamo obbligati in questo principio di settimana a stupirci di come la buccia di banana sia la più eclatante.
Africa. Democrazia. Libertà ed imposti vincoli ai lavoratori.
Esageriamo?
Lo pensavamo anche noi nel primo articolo scritto. Questa mattina, quel che era un nostro preoccupato sentore si è fatta realtà.
Amara, amarissima.

La CAF, Federazione Calcistica Africana, dopo Koulibaly e diversi altri esponenti del “Continente Nero”, ha deciso di sedersi al tavolino e scrivere.
Il guaio serio è che la CAF non scrive sui social dove tutto assomiglia ad un gioco, nossignore.

La CAF ha scritto direttamente alla Uefa.
Chiedendo esplicitamente alla Uefa di aprire un fascicolo sulle parole di Aurelio de Laurentiis.
Parole definite inaccettabili ed irresponsabili.

Se in principio era Aurelio De Laurentiis a mettere il punto sui rapporti con i calciatori africani, ora la questione si sposta su tavoli ben più sostanziali.

Adesso occorrono emissari di “pace”.
Adesso occorrono personalità e Persone che non solo sappiano di Comunicazione ma abbiano competenze tecniche e concettuali.
Assolutamente concettuali.
Della serie quando si apre bocca bisogna perfettamente sapere cosa si dice e che effetto farà.
Quali punti andrà a colpire, quali effetti produrrà e soprattutto a quali delicatissimi animi arriverà.

Il limite tra la boutade che finisce in burla e la ribellione di strada è sottilissimo.
La storia lo ha insegnato più e più volte.
Serve una grande attenzione quando si usa la lingua.
È uno strumento che può far più vittime di una bomba.
Ci fermiamo qui.
Diverrebbe un compendio di Pedagogia.
Diverrebbe un manifesto di buona norma e maniere socialmente accettabili ed accettate.
La legge del buon senso diremo.

È calcio ed è un gioco ma, il gioco come sosteneva Platone, è cosa molto molto seria.

È calcio, solo calcio e per trattarlo, dal punto di vista dell’osservatore non tecnico, occorre un pizzico di ironia ma anche la competenza dei modi e dei caratteri.