Cosa può fare un diesse in poco meno di una settimana di lavoro, per altro in una sessione di mercato dove i giocatori di alto livello scarseggiano. E chi li tiene, preferisce valorizzarli piuttosto che svenderli al primo arrivato? In effetti, davvero pochissimo, soprattutto se la stagione si sta rivelando meglio delle aspettative iniziali e la tua squadra gravita nelle parti altissime della classifica. Ovviamente, ci sono le tipiche eccezioni che confermano la regola. Una di queste è rappresentata da Giovanni Manna. Il direttore sportivo del Napoli in estate ha costruito un gruppo funzionale alle richieste di Antonio Conte. Cambiando l’anima e il volto della versione post scudetto dei partenopei, decisamente rivedibile. Per cui al mercato “di riparazione” deve lavorare esclusivamente con l’intenzione di puntellare l’organico con innesti mirati. In grado cioè di amalgamarsi subito con lo spogliatoio. È il suo credo. Un concetto semplice da trasferire ai tifosi. Si cercano solo profili utili a supportare gli azzurri nel girone di ritorno, visto che la prima parte del campionato è nata bene, sviluppandosi poi sempre meglio nel corso delle settimane.

Perciò la decisione di prendere un centrocampista giovane e talentuosissimo potrebbe rivelarsi vincente. In realtà, agli azzurri non serve un titolarissimo, bensì un’alternativa valida che possa metabolizzare l’idea di accomodarsi inizialmente in panchina. Ed al contempo, amalgamarsi con i nuovi compagni di reparto, consentendo all’occorrenza di far rifiatare le due mezzali, sostituendole al momento opportuno. In questo scenario da orchestra (quasi) perfetta, tanto Fazzini quanto Casadei – non necessariamente in quest’ordine – sarebbero la scelta giusta. Perché il Napoli cerca una risorsa giovane, ovvero un under 22 da aggiungere in rosa, che quindi non occuperebbe posti nella lista Serie A.

Fazzini, (quasi) una certezza

Questa è la terza stagione che il 21enne Jacopo Fazzini gravita in Serie A con la maglia dell’Empoli. È proprio questo ad intrigare maggiormente Manna: il fatto che i toscani gli abbiano trovato una collocazione stabile nell’ambito di un contesto destinato a lottare per la salvezza, dove lui sia stato bravo a ritagliarsi porzioni sempre più consistenti di spazio nelle rotazioni, grazie alla sua innegabile duttilità. Un vantaggio enorme per chi volesse acquistarlo. Pur non avendo una collocazione specifica, gli allenatori che si sono succeduti sulla panchina dei toscani nell’ultimo triennio (Zanetti, Andreazzoli, Nicola e D’Aversa) ne hanno sfruttato al massimo le qualità tecniche cucendogli addosso un ruolo da jolly. D’altronde, una delle tante cose che sono state dette e scritte in modo ricorrente su Fazzini riguarda la possibilità di occupare praticamente tutti gli slot della mediana.

Forse preferirebbe accasarsi alla Lazio, dove pur rimanendo essenzialmente un’opzione in uscita dalla panchina, con tre competizioni da giocare, si garantirebbe comunque un certo minutaggio.

Casadei, scommessa di Manna

Cesare Casadei è un giocatore diverso. Dotato di una struttura fisica importante. Per Conte sarebbe un’arma tattica da aggiungere al gioco del Napoli, massimizzandone la fisicità in un nuovo habitat: un calcio assai fluido dove potrebbe risultare devastante strappando in progressione, inserendosi nella trequarti altrui partendo da lontano. Oppure associandosi, e dialogando assieme agli altri centrocampisti. 

Oggi va recuperato al grande calcio. Una suggestiva scommessa da azzardare, poiché urge ricostruirlo in primis emotivamente e sul piano dell’autostima. In tal senso, lavorare agli ordini di un motivatore del calibro dell’Uomo del Salento sarebbe l’ideale scintilla che lo potrebbe sbloccare, facendolo tornare protagonista assoluto e non mera comparsa. Il problema di fondo, lo racconta chiaramente il suo percorso professionale col Chelsea, è che non è mai riuscito a mantenere il rendimento avuto nell’edizione 2023 del Mondiale Under20, torneo dove esplose fragorosamente. Per uno che ha soltanto 21 anni, parlare in questi termini sembra assurdo. Magari i controversi prestiti a Reading e Leicester – nulla di indimenticabile, sia ben inteso – ne hanno (inconsapevolmente) minato le certezze. Invece le presenze accumulate in questo inizio di stagione in Conference League, unica manifestazione in cui Maresca gli concede fiducia, centellinandone in ogni caso le presenze, lascia intravedere spiragli di talento nient’affatto sopito dalla naftalina. Ma la voglia di andare a cercarsi in un’altra realtà la giusta dimensione dove ritrovarsi resta attuale. Dunque Manna insiste in questa direzione.    

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