ULTIMA DI DI BIAGIO

Da Manchester a  Londra, dall’Etihad Stadium a Wembley. Dall’Argentina all’Inghilterra. Da Higuain (Messi non c’era) a Vardy (Kane è ko). L’Italia versione sparring partnerl’Italia senza Mondiale, senza gol e senza un vero ct (o per lo meno con un ct che non abbia la data di scadenza stampata sulla divisa), torna a in campo, davanti a 84mila persone (sold out come si dice in loco, tutto esaurito insomma).

La seconda – e ultima – di Di Biagio, dopo una prima che ha detto che l’Italia, questa Italia, non è convalescente ma si trova ancora nel pieno della malattia.

E nessuno, almeno qui, dà colpe all’attuale ct: si fa quel che si può, le responsabilità sono altrove e soprattutto di altri.

Ma questo è un altro discorso. Si gioca questa sera, e si gioca non solo per l’onore (si dice così in questi casi, con quel po’ di retorica che serve a fare colore ma quasi mai risveglia l’orgoglio nazionale) e per il ranking, per evitare di sprofondare in caso di ko oltre la 23esima piazza mondiale.

E si gioca per vedere se sul campo ci sono appigli a cui aggrapparci per ripartire. Di Biagio ha detto che cambierà qualcosa. Bene. Vuole vedere Donnarumma (favorito su Perin) tra i pali di Wembley: se il futuro – come si dice – è lui che divenga allora subito presente.

E’ ora! Poi, in difesa, giusto vedere la tenuta di Rugani (eterna promessa o realtà alla soglia dei 24 anni?), mentre a centrocampo Jorginho è chiamato a una direzione decisa e convinta, a voce alta e non balbettante.

Cambi, rotazioni, prove ma poi si finisce sempre là davanti, dove di gol non ne arrivano: si diceva nei giorni scorsi di un Belotti titolare, pare che la fiducia ricadrà ancora su Immobile. Un ballottaggio che non toglie certo il sonno, ma questo è quanto ora ci è dato. Avanti allora. Domani, poi, sarà un nuovo giorno. E dopodomani un nuovo ct. L’Italia, oggi, è questa.

Simone Palladino

Fonte SportMediaset.it

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