Qatar 2022, più volte ho ribadito, era ed è un’occasione.
Vetrina di ribalta per diversi fattori. Calcio, diritti civili, esperienze e politica. Parliamo di calcio. Parliamo dei nostri e di un mondiale anonimo. Ci dispiace.
Fatta eccezione ma poi mica tanto per Zielinski che lascia il Qatar quantomeno con un gol, gli altri sono stati piuttosto anonimi. Erano partiti con l’euforia che Napoli aveva spinto forte.
Kim, ci dispiace dirlo, pesce fuor d’acqua. La Corea esce col Brasile ma lui è stato in difficoltà fin dal primo incontro. Prima esperienza mondiale, tanta emozione per il guerriero manga.
Olivera, preso nella rete di un Uruguay consumato e passato, di una generazione di fenomeni oramai “anziani, torna a casa con il voto da rivedere. Anguissa non è stato il leader che siamo abituati a vedere al Maradona. Lozano praticamente ha giocato da solo. Corso come un matto. Reparto da singolo. Fiato da vendere ma il Messico è poca cosa e lui può farci nulla.
Insomma un mondiale come avventura poco redditizia. Il livello delle nazionali non riesce quasi mai a far emergere i collettivi. Troppe poche le occasioni per stare insieme, i nostri tornano con un voto complessivo poco sufficiente e ne siamo dispiaciuti.
I successi nazionali tornano sempre ai clubs. Non si potevano sperare in successi favolosi ma ci si aspettava di più da alcuni singoli su cui il Napoli ha puntato.
Ci sarà tempo per Kim, Olivera e Lozano. Zielinski ed Anguissa probabilmente si avviano verso un dolce abbandono. Tra 4 anni in America difficilmente ci saranno.
Non resta che riposare ora, ricaricare le batterie e tornare verso casa.
Casa Napoli, casa campionato italiano, c’è da compiere un’impresa che, per certi versi, può considerarsi più di un mondiale.
Riposare e poi tornare a correre.
Pedagogista dello Sport