Festa della Repubblica, festa dei cavalieri. Stamattina presso la stazione marittima di Napoli, il prefetto Carmela Pagano, ha consegnato i titoli di Cavaliere della Repubblica Italiana,firmati dal presidente Sergio Mattarella, alle persone meritevoli di fregiarsi di questo titolo, le quali si sono particolarmente distinte per quello che sono riusciti a fare nella loro carriera nel settore di propria competenza. Presenti, vi erano i massimi esponenti regionali del mondo civile e militare. Dopo le premiazioni delle persone residenti a Napoli, è stata la volta della provincia. Nell’occasione, don Maurizio Patriciello ha incontrato l’allora prefetto di Caserta, ed attuale di Napoli, Carmela Pagano, e dello scontro che ebbe con l’allora prefetto di Napoli Andrea De Martino, poiché don Maurizio osò chiamare il prefetto “signora” e che fece scatenare le ire di De Martino. «Sono anni che è pace fatta – scherza don Patriciello – È la prima volta che ci incontriamo da quando il prefetto Pagano è a Napoli e abbiamo voluto fare questo omaggio come benvenuto». Don Patriciello, prete anticamorra di Caivano, era presente anche per l’onorificenza data al prof. Antonio Marfella, il noto oncologo amico di don Maurizio. La provincia stavolta aveva con se tantissime persone tra cui : il maresciallo capo dei carabinieri, nonché comandante della stazione di Frattamaggiore Marcello Montinaro, distintosi per la sua lotta alla camorra soprattutto contro uno dei clan più agguerriti nell’area a nord di Napoli, liberando dal racket tantissimi imprenditori, il maresciallo Giuseppe Febbraio di Giugliano, stabilmente in procura a Napoli, facente parte del pool anticamorra, ed adesso invece per reati contro la pubblica amministrazione alle dipendenze del procuratore aggiunto Alfonso D’Avino, (presente alla cerimonia), il vice questore primo dirigente della Polizia di Stato Maurizio Casamassima, ex dirigente del commissariato di Afragola, famoso per aver sciolto i comuni di Afragola, Casoria e Crispano in un colpo solo, ma che adesso ricopre importanti incarichi per l’antiracket a Roma, ed infine il sig. Domenico Muto, militare, deportato in Germania da Afragola, nel 1944. A ritirare l’onorificenza, sono stati i nipoti di Afragola.
fonte http://napoli.cq24.it

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