L’intervento è stato drastico, non c’è che dire.
Drastico al punto di ammettere una serie lunga ed importante di errori strategici.
Ha voluto far da sé De Laurentiis e ne ha pagato pienamente le conseguenze.
Il tonfo così rumoroso che ha avviato la rivoluzione. Nella storia recente del Napoli, questo può considerarsi il primo vero passo indietro del patron.
Di lato magari.
Un giovane direttore per il mercato, un dirigente di nome e spessore per i rapporti “umani” ed un allenatore scafato ed affamato per ripartire.
Una intero new team per risanare l’azienda, la squadra e la strategia sportiva.
Al di là dei nomi, degli aggettivi e dei cv, ciò che risalta ed è seriamente interessante è la composizione del nuovo lavoro.
Uomini ad hoc per ruoli ad hoc.
Finita l’epoca della “improvvisazione”. Il presidente sembra aver definitivamente compreso che la macchina calcio necessita di esperti. La materia sebbene apparentemente accessibile, nasconde lacci stretti.
Top coach, leader, mediatore, gestore. Poco importano le qualità reali o presunte. Importa davvero che il Napoli ha finalmente la fisionomia delle aziende europee.
Ossimoro, lo diventi nell’anno in cui non ci sarà Europa.
Servirà per far esperienza.
Per costruire. Ognuno nel suo ruolo. Ognuno a far del proprio. Per il Napoli.