Ogni evento, grande o piccolo che sia, può essere un muro o un ponte. È una questione di pura visione e prospettiva.
Passato o futuro.
I mondiali “invernali” del Qatar possono essere un terremoto che distrugge ma anche una opportunità di ricostruzione.
Dalle macerie possono nascere nuovi e moderni quartieri.
Sicuri e sostenibili.
A questo proposito, per i giorni che ci accompagneranno alla scoperta del nuovo campione del mondo, proporremo un focus ogni giorno.
Un termine-focus.
Tenteremo di accendere un riflettore giornaliero su una questione offerta dall’esperienza qatariota che ci attende.
Sport, calcio, affari, business, diritti e melting pot. La prima scelta cade su uno degli argomenti più scabrosi e critici di questo campionato.

INCIDENTI SUL LAVORO.

Le morti bianche le chiamiamo da questa parte del mondo. Un rapporto della ILO, osservatorio internazionale sul lavoro, come è noto, ha evidenziato migliaia di infortuni sui cantieri di Doha. Infortuni dei lavoratori per assenze di minime condizioni di sicurezza. Turni massacranti, temperature impossibili e condizioni di sicurezza personale mediocri se non fortemente scadenti.
6500 sono, secondo ILO, gli infortuni gravi registrati in un decennio di opere cantieristiche.
Operai “importati” dalle terre più povere della terra. Sri Lanka, Bangladesh in particolare. Operai arrivati in Qatar con la promessa di un buon contratto e poi “sequestrati” per una paga misera. I cantieri sono inaccessibili ai giornalisti e molte testimonianze dicono di ritiro dei documenti.
Una vera e propria tratta di operai di ogni genere.
La trasmissione di Rai 3, Report, ha recentemente trasmesso una indagine di gran qualità.

Lavoro e Diritti dei Lavoratori abbiamo detto.
L’Italia non brilla certamente per il rispetto delle normative che regolano la Materia.
Dlgs 81/08 è il “titolo” del libro che regola la sicurezza nel nostro Paese. Se seguito alla lettera, garantirebbe un calo importante degli infortuni e delle morti bianche. Non lo è sempre, spesso lo si aggira. Le vie del risparmio toccano quasi sempre le materie di sicurezza. È ancora oggi considerata una parte del lavoro secondaria.
Nulla di più errato.
Riflettere non ha confini.
Si riflette in casa nostra per comprendere cosa accade nel deserto di Doha.
Riflessioni per comprendere, imparare e migliorare.
Il terremoto può essere una occasione di vita futura.
Questione di prospettiva.