Si è detto Filosofia stamattina nel confronto Spalletti – Allegri. Nel pomeriggio facciamo Storia. Tranquilli non siamo a scuola e non ci sono interrogazioni. È un racconto.
La nostra vicenda inizia nel 1975, il 6 Aprile. Al San Paolo, oggi Maradona, arriva la Juventus. Ci si gioca lo scudetto. Punto a punto. A pochi minuti dalla fine, il risultato è inchiodato sul pareggio. 1-1. Questo film però è un giallo. Entra a 15 minuti dalla fine un volto infinitamente noto ai Napoletani. Jose’ Altafini. 7 anni a Napoli e poi passato proprio in quella stagione ai bianconeri. Entra, segna e dà lo scudetto ai torinesi. Da quel momento diventa Core ‘ngrato Altafini.
Come la canzone di Cordiferro del 1911. Melodramma napoletano.
Da quel momento, ogni ex calciatore napoletano che si veste di bianconero, diventa core n’ grato.
Nell’ultimo decennio, escludendo Ferrara e Cannavaro, appartenenti ad una categoria diversa e per i tifosi quasi peggiore, di questa “onta” si sono macchiati due top. Attaccanti come Altafini. Higuain prima, Milik ora. 3 uomini così diversi, 3 uomini partiti in disaccordo con la proprietà. Lo hanno detto loro. Ho ancora negli occhi il dito puntato contro Aurelio di Gonzalo. Gol e dedica. “È colpa tua” ed un impietrito De Laurentiis gela. Questa però è storia vecchia. Higuain ed Altafini appartengono al passato, alla preistoria si può dire. Il calcio viaggia velocissimo.
L’ attualità dice Milik.
Il polacco Milik che ha lasciato a Napoli un ricordo agrodolce. Pochi rimpianti sebbene alcuni gol di pregiata fattura.
Preso dalla juve questa estate dal Marsiglia, sta tenendo in piedi la, Signora. Gol e presenze.
Arrivato da rincalzo a, Vlahovic è diventato titolare.
Stasera dovrebbe partire dal primo minuto.
Core ‘ngrato Milik?
Dipende dal Napoli, il Napoli 5.0 di Spalletti.