Come spesso succede a una squadra sottovalutata dai pronostici della vigilia, nondimeno, dotata di una forza reale, come l’Italia di Spalletti, basta trovare sulla propria strada un riscontro importante, magari iniziando positivamente l’Europeo contro l’Albania, per fare poi il pieno di autostima. Del resto, la costruzione di una precisa identità procede di pari passo con i risultati importanti. Non solo affidandosi a carisma e personalità del “manico”.

Guai tuttavia a pensare che sarà una passeggiata di salute. Nella logica di un esordio chissà quanto abbordabile, il Gruppo B, arricchito pure da Croazia e Spagna, sulla carta rimane assai proibitivo. Nonostante ciò, urge non scoraggiarsi. Lo slogan della vigilia potrebbe suonare più o meno così: ispirare rispetto, mantenendosi fiduciosi.

Il commissario tecnico sta ancora valutando quale modulo sia più funzionale per gli uomini a sua disposizione, consapevole che non si possa avere un credo incontrovertibile in una manifestazione compressa dal punto di vista temporale. Se non quello di puntare su organizzazione e principi, che in certe occasioni possono addirittura prescindere dal ruolo occupato solitamente nel club di appartenenza. Quindi, per gli Azzurri, il sistema non è il dogma assoluto. A farla da padrone, invece, l’interpretazione fluida di determinate posizioni. Un calcio nient’affatto rigido o codificato, insomma. Bisognoso davvero di giocatori universali, utili nelle letture ovunque li metti.   

La duttilità di Spalletti

Forse perché l’Uomo di Certaldo ha dovuto ricostruire la Nazionale, convertendo i dubbi in opportunità, immediatamente dopo la brusca separazione da Roberto Mancini. Basandosi su un tema scomodo, l’idea che tatticamente questo gruppo sia assolutamente in grado di decriptare tanto i segreti del giocare a 4, esprimendosi compiutamente nel classico 4-3-3. Piuttosto che la sua naturale evoluzione: il 4-2-3-1. Nondimeno, abbia abbastanza talento per derogare dalla tradizione, ritrovandosi d’incanto nello sviluppare amabilmente anche il 3-4-2-1. Mettendo il talento offensivo di mezzali e trequartisti al servizio del gruppo.

Mesi di lavoro instancabile per trasformare la mentalità, miscelando nuovi e vecchi, affinché sviluppassero un innegabile senso di orgoglio e appartenenza. Con la qualità nei fondamentali come protagonista: oggetto talvolta smarrito, ma al contempo rassicurante, che Lucianone intende farci ritrovare. Un intrigante desiderio, non sempre immediato da capire, anziché una seccatura.

Il c.t. va dunque a caccia di fragorose certezze, sperando che sabato sera si possano allineare testa e cuore: momenti rarissimi di perfezione calcistica, per capire fin dove potrà spingersi l’Italia all’Europeo. Non a caso, l’alchimista Spalletti è andato a rovistare un po’ ovunque per convocare gli uomini che considera addati alla missione di entrare subito in simbiosi tra loro, portando il gruppo a diventare squadra, per il tipo di gioco che intende proporre. Da ora in avanti dovrà farseli bastare. Con il campo a fare da giudice unico.

La formazione anti-Albania

Nessun paradosso, allora. Da qualche parte la giocata risolutiva salterà fuori. Specialmente se hai in porta una sicurezza del calibro di Gigio Donnarumma. Al centro della difesa Buongiorno, con Darmian, che attualmente sembra si lasci preferire a Di Lorenzo, e Bastoni a fare da “braccetti”: dovranno essere posseduti dal demone dell’attenzione. Sui lati non ci sarà dettaglio che sfugga a Dimarco e Cambiaso, favorito su Bellanova. Spalletti gli chiederà di accantonare la prudenza, salendo direttamente ad aggredire i dirimpettai in fascia, oltre a dimostrare capacità nel correre all’indietro per garantire idonea copertura alla zona di competenza.    

Un centrocampo composto da Jorginho e Cristante, se veramente Spalletti dovesse tenere in panchina Barella per motivi precauzionali, riequilibra eventuali sfasature sottopalla.

Mentre saranno comunque gli albanesi a doversi preoccupare di Scamacca. Nonché scovare le giuste contromisure per assorbire i movimenti tra le linee a supporto del centravanti di Frattesi e Chiesa, liberi di agire a seconda della situazione, da mezzala o trequartista.

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