Il fallimento del progetto CR7 è sotto gli occhi di tutti soprattutto per la spesa fin qui sostenuta e per la motivazione per la quale è stato fatto l’investimento. In ambiente bianconero si dice come un mantra da anni che chi vince esulta chi perde giustifica e ahimè la Juve da troppi anni in Europa giustifica solamente.

Intendiamoci le responsabilità di questo fallimento non sono solamente di Andrea Pirlo messo forse troppo frettolosamente da Andrea Agnelli, Pavel Nedved e Fabio Paratici sulla panchina bianconera.

La squadra ha limiti tecnici evidenti ed oggettivi e sarà un caso ma dal giorno delle dimissioni di Beppe Marotta la macchina quasi perfetta costruita negli anni dopo calciopoli dall’ex AD ora ai nerazzurri in testa alla classifica, sembra essersi rotta e la confusione regna sovrana.

Nei 3 anni del fenomeno di Madeira si è vinto in casa bianconera meno che negli anni con Giaccherini o Padoin solo per citarne due, ma con una sostanziale differenza in termini economici. Lo stipendio di CR7 costa più di Vucinic Gaccherini Padoin Quagliarella messi insieme praticamente ottenendo risultati uguali o addirittura inferiori.

L’errore principale di questa disfatta è a nostro avviso l’aver creduto che un solo giocatore potesse cambiare il corso della storia, ma soprattutto nel calcio moderno questo è uno sport di squadra. Il problema principale della formazione di Pirlo è un centrocampo di scarsa qualità con giocatori assolutamente inadatti a giocare con la maglia bianconera e che difficilmente troverebbero spazio in squadre di alta classifica in Spagna o in Inghilterra.

Nel Real Madrid CR7 vinse tutto ma al suo fianco gli fu messa a disposizione una squadra di campioni con un centrocampo di livello assoluto, gente come Modric Kroos Isco Casemiro Marcelo e con Benzema sacrificato alla sua causa. Ma il giocatore che davvero fece la differenza in 2 finali Champions contro l’Atletico va ricordato non fu il pagatissimo CR7 ma Sergio Ramos autore dei gol decisivi in finale. Insomma il centrocampo è parte fondamentale in tutte le vittorie Champions e la Juve ne fece le spese anche contro il Barcellona dei marziani Iniesta, Xavi, Busquets e Messi.

Proprio quella Juve centrò con un monte ingaggi quasi della metà 2 finali Champions oltre che dominando in Italia grazie ad un centrocampo di qualità eccelsa. Vidal, Pogba, Marchisio e Pirlo erano il cuore nevralgico di quella squadra che fu sconfitta solo da 2 squadre mostruose e che comunque se la giocò alla pari con un attacco decisamente inferiore rispetto a quello di questi 3 anni.

La vittoria tutt’altro che scontata in coppa Italia contro l’Atalanta di Gasperini non basterebbe a salvare una stagione partita con ben altri presupposti. A questo punto è evidente che i responsabili principali siano proprio Andrea Agnelli che condusse lui direttamente la trattativa per il suo arrivo sacrificando per motivi economici il resto della squadra e Pavel Nedved colui che cacciò Massimiliano Allegri e Maurizio Sarri in nome del bel gioco e del sorriso.

A questo punto la Juve è da rifondare completamente partendo da Federico Chiesa e De Ligt comprati per il futuro di questa squadra. Il gap che le altre formazioni avevano nei confronti dei bianconeri era evidente mentre quest’anno è stato del tutto colmato se non addirittura superato soprattutto dall’Inter proprio di Beppe Marotta che con lungimiranza ed acquisti non roboanti ma mirati ha saputo creare una squadra competitiva in tutti i reparti e con giovani di prospettiva e valore assoluto.

Resta da chiedersi se continuare o meglio iniziare un progetto nuovo con Pirlo in panchina mettendogli a disposizione una squadra competitiva che non si costruisce in poco tempo oppure cambiando anche la conduzione tecnica. Gli errori di Pirlo sono comunque evidenti e le sue responsabilità accertate. I continui cambi di modulo e il non gioco della Juve pesano sulle decisioni future ma addossare tutte le colpe al tecnico bresciano sarebbe francamente ingiusto.

Ronaldo probabilmente non rinnoverà il contratto a fine stagione e andrà via a parametro zero, non tra grossi rimpianti visti gli scarsi risultati ottenuti con lui in campo. Intendiamoci parliamo sempre di un fenomeno assoluto che ha risolto diverse volte le partite (vedi Atletico Madrid solo per citarne una delle tante), ma sulla soglia dei 37 anni e con un ingaggio netto di 31 milioni di Euro “il gioco non vale la candela”. Solamente CR7 e De Ligt pesano per oltre il 20% del bilancio juventino.

La Juve dovrà puntare per il futuro da Morata Chiesa Arthur e De Ligt e costruire attorno una squadra che possa tornare a competere dove merita davvero, ma prima dovrà chiarire forse le posizioni ai vertici dirigenziali dove regna sovrana la confusione e la gerarchia.

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