A chi giova la Juventus in serie B?
Che risposta intendete ricevere? Una sportiva, educata e pedagogica o una squisitamente economico-finanziaria?
Se il calcio fosse il basket o il volley, la domanda neppure andrebbe posta ma stiamo parlando di calcio, della settima economia del Paese e di una delle aziende più forti di questo sistema.
Il carrozzone non può fare a meno della Juventus.
Triste, amaro, anti sportivo ma reale come il sole di oggi a Napoli.
La questione l’ha sollevata Zazzaroni ma da qualche giorno fa il giro di social e network. La sentenza per le plusvalenze ha dato 15 punti di penalizzazione ma quella che si attende per gli illeciti, si sospetta sia catastrofica.
Una catastrofe chiamata serie B.
Ecco appunto che è scattato l’allarme. Allarme di un sistema finanziario che non può fermarsi e che vive del bisogno assoluto di piazzare e vendere il suo prodotto.
Tenendo da parte la massa di denari che la, Juventus porta al calcio italiano, è evidente che il prodotto, senza i bianconeri perde di appeal. In questa direzione pare andare la sentenza europea a proposito della SuperLega.
Una Juventus condannata in Italia, assolta in Europa. Un ossimoro che soltanto il calcio può sostenere.
Il Frosinone, candidato più autorevole a salire in A, non può certo vendere lo stesso ticket.
Il Frosinone, la, Reggina o lo stesso Bari di De Laurentiis, nemmeno insieme possono competere con un quarto della Azienda di Torino.
Insomma un cane che si morde la coda. Volenti o nolenti, il calcio italiano, sebbene sezionato in più aziende, vende un solo marchio. Cina, Australia, Arabia, Europa tutta ed America, non compra un prodotto scadente.
Napoli – Juventus non può diventare Napoli – Reggina.
Assurdo ma anche lo stesso Napoli ne pagherebbe pegno.
I soldi son soldi ed i guadagni sono più importanti dei biglietti.
Il bello ma soprattutto il brutto del calcio versione business.
Debiti, plusvalenze, scadenze, illeciti e magagne. Anche questo è il calcio italiano e la Juventus serve.
Putroppo serve.