Spalletti: “Si può giocare meglio!”.

Non si accontenta il tecnico del Napoli, alla vigilia della sfida col Bologna. Nella conferenza stampa, pre gara, torna sugli errori commessi nella partita con l’Ajax e su un campionato, che non consente distrazioni.

“La classifica ci fa stare con i piedi per terra, le distanze sono minime, bastano due partite sbagliate per avere tutti addosso”

E il Bologna, nonostante l’assenza di Arnautovic, non è un impegno facile:

“Ogni partita è un viaggio verso l’ignoto. Il Bologna ha giocatori forti davanti come Barrow e Zirkzee, che l’anno scorso giocava nel Bayern, non una squadra di provincia”

Oltretutto fu proprio Thiago Motta, nella scorsa stagione a trovare una clamorosa vittoria al Maradona, con lo Spezia, togliendo quei punti e quelle certezze, che pesarono tantissimo, in chiave scudetto.

Si torna poi ad analizzare il momento che sta vivendo la squadra, l’entusiasmo e i segreti di questo Napoli:

“La voglia che ha ogni calciatore di essere contagiato, tutti danno qualcosa in più per dimostrare a l’altro di non essere da meno, anche in coppa da questo punto di vista, ho visto cose bellissime”

Uno spirito di gruppo in soldoni, che fa la differenza, un elemento essenziale, ora che le assenze iniziano a pesare. Spalletti parla dei probabili sostituti:

“ Ostigard l’ho scelto quando c’era bisogno di un colpitore di testa nel mezzo, lui è il più forte che ho mai visto, con questa caratteristica. Jesus mi serviva per contenere la velocità di Kudus, le scelte si fanno in base agli avversari. Ndombele per fisicità è il più simile ad Anguissa. Kim in realtà ha giocato sempre a destra, appena arrivato era perplesso di spostarsi sulla sinistra”

Scelte, dunque, che sembrano fatte in difesa è a centrocampo, il grande dubbio resta davanti:

“In attacco non è un problema è una risorsa, tutte le squadre cambiano, durante le partite i loro attaccanti. Sono dispiaciuto per non avere dato spazio a Simeone, lui è facile da allenare, da sempre una disponibilità massima”

Probabilmente ci sarà tanta rotazione in attacco, un valore aggiunto per scardinare la retroguardia felsinea. Ma soprattutto, come più volte sottolineato, dal tecnico toscano, riportare la palla in cima, ripartire ogni volta, ripetere le stesse gesta, per riportare la palla davanti, questo il leit motiv in casa azzurra.

Gli chiedono, riportando un recente articolo di Giancarlo Dotto, se effettivamente il suo limite, sia quello di non riuscire ad essere felice:

“È vero che non esterno molto la felicità…il mio carattere dipende da me, il mio atteggiamento dagli altri. È importante impegnarsi sempre al massimo, per regalare felicità ai tifosi”

Sarà un Maradona ancora una volta gremito, per esternare tanta gioia e felicità, senza trattenersi. Un viaggio verso l’ignoto, ma l’obiettivo è chiaro a tutti: giocare meglio, tre punti per riportare, la palla in cima.