Nonostante il Barcellona stia attraversando una fase della stagione nient’affatto semplice, che rischia di gettare più ombre del dovuto sul periodo negativo attraversato attualmente dai catalani, domani sarà tutt’altro che una passeggiata di salute per il Napoli tentare di sovvertire il pronostico e qualificarsi per i quarti di Champions League. I Blaugrana restano nettamente più forti dei Campioni d’Italia, al netto di talune lacune, che però attenuano il dislivello tra le due contendenti.

Del resto, il fascino delle gare a eliminazione diretta è proprio questo: la sensazione di instabilità, che potrebbe anche pendere dalla parte degli sfavoriti. Ovviamente, gli uomini di Calzona non devono sbagliare assolutamente nulla, se davvero vogliono farla finire in maniera diametralmente opposta rispetto alle previsioni della vigilia.

Occhio all’ampiezza

Il Napoli comunque sa già che tipo di partita aspettarsi. Dunque andrà allo stadio “Olímpico”, sulla collina di Montjuïc, con la certezza che dovrà affrontare un Barça intenzionato a risalire il campo attraverso il possesso. Cercando specialmente le tante soluzioni di passaggio sul breve. Una filosofia che permette alla squadra di Xavi non solo di palleggiare con grandissima qualità, con l’evidente obiettivo di manipolare gli avversari. Ma pure di esercitare una riaggressione immediata in caso di perdita del pallone. Caratteristica che consente poi di avere una notevole continuità offensiva.

Il pressing alto e aggressivo sfoggiato al “Maradona” nel match dell’andata, soprattutto nel primo tempo, voleva costringere gli azzurri a mantenere un blocco medio-basso, puntando sugli esterni per sviluppare la manovra in modo palesemente asimmetrico. Così da trovare la profondità grazie a Yamal e Cancelo.

Insomma, almeno nella mezz’ora iniziale, la squadra partenopea ha provato inutilmente a disinnescare i principali punti di forza del Barcellona, non riuscendo quasi mai ad assorbire le corse di rottura del talentuosissimo sedicenne di origini marocchine. E pur con tutte le difficoltà del caso, ha resistito ai cambi gioco rapidi, voluti dagli ospiti per sollecitare il riferimento in ampiezza sul lato opposto, dove stazionava il portoghese.

Attenzione tra le linee

Nella ripresa, invece, sono state assai stimolate le ricezioni tra le linee di Pedri o in misura minore, Gundogan, che sulla verticalizzazione dei loro difensori esploravano lo spazio interno, posizionandosi sapientemente alle spalle di Anguissa e Cajuste. E dopo rifinivano tra le linee.

Sostanzialmente, Xavi ha sfruttato a suo favore i corridoi intermedi, gestiti malissimo dalla difesa napoletana. Non a caso, la rete del vantaggio siglata da Lewandowski arriva per effetto dell’ennesima ricezione sulla trequarti di Pedri. Rrahmani accorcia per coprire sul centrocampista, lasciandosi dietro un buco pericolosissimo, dove si infila in centravanti polacco. Situazione aggravata dalla diagonale di copertura fatta da Di Lorenzo in colpevole ritardo.

Quindi, in vista del ritorno, Calzona e il suo staff dovranno concentrarsi sulle soluzioni da opporre per contenere efficacemente la giocata risolutiva tra le linee. L’approccio del Barcellona sarà sicuramente molto simile a quello dell’andata. Benché Xavi dovrà probabilmente rinunciare per infortunio a Pedri (e De Jong).

Mancano solamente 90 minuti, e gli azzurri vorranno provare a sfruttare ogni minima opportunità, rimanendo in partita fino all’ultimo. Certo, le cose sarebbero potute andare diversamente se Gundogan nel recupero l’avesse butta dentro per l’1-2. In ogni caso, il calcio è imprevedibile. E l’accesso ai quarti mai così scontato.

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