Di Canio: Osimhen Leao non c’è paragone

L’ex attaccante, tra le altre anche del Napoli, Paolo Di Canio, intervenuto a sky sport, ha fatto un confronto tra le due stelle di Milan e Napoli:

“Il valore un calciatore non se lo da’ da solo, ma è frutto delle prestazioni, degli anni precedenti. Leao deve dimostrare di valere realmente 100 milioni, tra lui e Victor Osimhen non c’è paragone. L’attaccante del Napoli dimostra di avere una voglia incredibile, di voler spaccare il mondo, di mangiarsi ogni filo d’erba, pur di buttare la palla in rete”

Non convinto invece, sul rossonero, apparso spesso abulico e scostante:

“Leao al contrario, calcia in leggerezza, come in allenamento. Un discorso caratteriale, non tecnico, se pensi che questo è Leao e rimarrà così anche in futuro, considerando che per qualche gara sembra Mbappe’ e poi sparisce, per 100 milioni, io lo venderei di corsa”

Vero che il portoghese è molto giovane e può migliorare, ma il suo atteggiamento in questo periodo, non è andato giù a Di Canio. L’opinionista di sky, esperto di campionato inglese, sottolinea poi un aspetto sulla nostra serie A, che ha fatto la differenza:

“L’Inter è la squadra più forte e completa negli ultimi tre anni. Per tre volte è stata la miglior difesa del campionato, primo o secondo miglior attacco. L’unica ad aver sempre superato gli 80 punti, nonostante questo, manca nella gestione di certi momenti. Penso sia un problema di caratteristiche e leadership del suo allenatore. Nel Napoli vediamo che chi subentra dalla panchina, come Simeone e gli altri, hanno più fuoco, di chi stava in campo. Questa cosa non la ritroviamo nelle altre squadre”

Mentalità, come detto, che Spalletti ha saputo trasferire: quel “look the line”, con epiteto rafforzativo del concetto, urlato a Kvaratskhelia, sullo 0-2 ad Empoli è il segnale, evidente della cura dei dettagli. Un elemento che tiene il gruppo, sempre sul pezzo, a maggior ragione per chi subentra dalla panchina. Simone Inzaghi questa leadership evidentemente non ce l’ha , almeno per il momento. Il crollo di Bologna, per due anni consecutivi, che di fatto, sancisce quasi definitivamente, l’uscita dei nerazzurri dalla corsa scudetto, non può spiegarsi solo in termini di casualità. Anche il Napoli, tornava ad Empoli, dopo la disfatta dell’anno precedente, ma qui il precedente ha costruito il progetto futuro. L’Inter al contrario, manifesta sempre gli stessi limiti, soprattutto caratteriali. Concordando con Di Canio l’analisi, psico tattica, ci aspettiamo quanto prima, il giusto merito al sig. Luciano Spalletti, vero artefice, di questa macchia meravigliosa e perfetta.

 

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