Ci stupisce il prevedibile.
Ci lasciamo ingannare da cose che prevediamo facilmente. Finiamo puntualmente per stralunare e serrare gli occhi. “Non me lo aspettavo” ed invece, sappiamo benissimo che era ciò che avevamo previsto.
È un bisogno indotto dalla Natura ma più ancora dalla Necessità.
Preferiamo l’illusione all’analisi realistica e lo studio dei dati è sempre qualcosa che si può rinnegare.

Il cappello per discutere di Calzona e delle sue scelte accorte.
Affidarsi alla macchina garantita e tener in garage quella nuova e magari più adatta al terreno sconnesso.
Nessuna colpa mister. Nessuna sua colpa.
Piuttosto di chi ha creduto di affidarle la gestione di un terremoto.
Ci sono piloti da Montecarlo e piloti da rettilineo. Calzona, personalmente, da uomo, non era attrezzato ancora per le montagne russe.
Non una colpa, un limite.
Recuperabile ma non ora.
Non si offenda minimamente il mister ma una lunga carriera da secondo non fa di default un primo.
Detto con estremo rispetto.
Fatto ciò, ci si affidera’ ai titolari. Quelli dello scudetto. Importa poco la condizione psico fisica. Importa relativamente poco cosa pensano e dove si vedono, Calzona li utilizzerà fino in fondo.
Il caso Zielinski ha sinceramente dello stucchevole.
Fuori dalla lista Champions, già accordato con l’Inter, in lite aperta con il presidente e spesso nei 3 di centrocampo.
Scelta saggia?
Kvaratskhelia in campo a prescindere. Juan Jesus mai in ballottaggio.
Piccoli, minimi casi di un Napoli spaventato se non atterrito.
La campagna acquisti invernale inadoperata.
Troppa paura.
Troppo stress ed evidente impreparazione.
Non ci si improvvisa allenatori da Champions.
Non ci si improvvisa uomini di coraggio in momenti di tempesta.
Questi, piuttosto, sono incoscienti.