Cavani, è tutto fatto. Solo Aurelio può far saltare la trattativa

C’è una sola persona al mondo in questo momento capace di impedire l’arrivo di Cavani al Napoli: Aurelio De Laurentiis. Tranquilli, non è una battuta, è l’esatta fotografia della trattativa, ed anche la sintesi di una sorta di guerra generazionale. Il figlio che prova a scalzare il padre dalla poltrona di comanda, Luigi contro Aurelio.

Ricostruzione dei fatti. Da qualche tempo un po’ tutti i mass media parlano di una trattativa avanzatissima per riportare a Napoli Cavani. Ne parlano tutti e da tempo immemore, al punto che è difficile risalire ad una primogenitura. Ma poi puntuali arrivano getti di acqua gelata sul fuoco dell’entusiasmo: le parole di Aurelio De Laurentiis sembrano pietre tombali sulla vicenda. Salvo poi vedere che la storia torna a galla, se ne riparla.

L’altro ieri noi di persemprenapoli, e se non ricordo male siamo stati i soli a farlo, parlammo di una riapertura della trattativa. Col Napoli che dopo 10 giorni di silenzio assoluto si era rifatto vivo con l’entourage del Matador. Con una proposta da sottoporre al PSG, proposta articolata, soldi più qualche giocatore da scegliere tra Merens, Rog e Diawara.

Ieri mattina un altro sito, europacalcio, ha parlato di accordo perfezionato, con l’annuncio che sarebbe stato fatto il 9 agosto. Abbiamo fatto le nostre verifiche e risultava essere tutto vero. Accordo fatto, gli avvocati avevano già avuto mandato di stilare i contratti. Nonostante tutto la prudenza impone un minimo di accortezza. Il tutto per un motivo preciso, per una cosa assolutamente inedita nella storia del Napoli di De Laurentiis. Il motivo è questo: la trattativa è stata portata avanti e conclusa da Luigi, contro la volontà del padre.

Il “delfino” ha idee diverse dal “patriarca”

Luigi è in buona sostanza l’erede designato dell’impero De Laurentiis. Si era dedicato soprattutto al cinema, ma dopo il fallimento dei cinepanettoni è stato cooptato nel Consiglio di Amministrazione del Napoli. E’ vero che in quel consiglio ci sono anche la mamma, il fratello Edo e la sorella Valentina, oltre a Chiavelli. Ma fermo restando che l’ultima parola spetta ad patriarca, Luigi e Chiavelli hanno il loro peso.

Il “delfino” ha idee evidentemente diverse dal padre. Non si tratta di essere tifosi o meno, tanto meno appassionati di calcio. Luigi, forse anche in virtù di quanto accaduto al ramo cinematografico dell’azienda, pensa che siano necessari investimenti, grandi nomi, per avere appeal, anche commerciale. Ed ‘ uno che si sta muovendo anche bene. L’accordo con Amazon per la vendita delle maglie su quella piattaforma (prima squadra al mondo) è farina del suo sacco. Si dice anche che Luigi avesse chiuso un accordo di sponsorizzazione con Huawei per 1,6 milioni annui, ma all’atto della firma si presenta Aurelio e ne pretende 2,5.

Luigi ha idee precise: per lanciare il marchio Napoli nel mondo serve un nome conosciuto in giro per il mondo, un top player. Cavani è graditissimo ai tifosi, ed è anche accessibile. Aurelio invece resta fermo sulle sue idee, non se ne fa nulla, perché non sarebbe un affare, non si può rivenderlo tra un paio di anni.

Higuain fondamentale per convincere Adl

In settimana poi è successo un qualcosa che ha fatto cambiare le carte in tavola. L’acquisto del Bari, la contestazione dei tifosi. Paradossalmente anche il Pipita ha dato una mano. Il suo passaggio al Milan mette a rischio anche la qualificazione in Champions del prossimo anno. Tutte cose che hanno in parte convinto il patriarca a cambiare idea su Cavani.

Accordo chiuso col PSG, pagamento in contanti come chiesto dai parigini. Non ci sarà bisogno di inserire nella trattativa Mertens, che nel frattempo dovrebbe volare da Mourinho. La cessione del belga porta quasi tutta la cifra necessaria per il Matador. Con questi accordo di 4 anni per poco meno di 8 milioni l’anno (diritti di immagine a lui), con la promessa di liberarlo se dovesse arrivare una offerta dalla Cina tra un paio di anni.

Tutto definito. Ieri mattina Luigi si è messo in contatto coi legali per preparare i contratti. Parrebbe essere lui il vincitore di questa “guerra in famiglia”. Ma prima di sciogliere la gloria c’è bisogno che Aurelio firmi davvero il contratto, e con lui non si può mai stare tranquilli.
E poi c’è da fare una considerazione anche dal punto di vista umano. Per un padre essere sostanzialmente scavalcato dal figlio è al tempo stesso motivo di grande soddisfazione, ma anche di cattivi pensieri. Fino alla fine c’è da stare col fiato sospeso.

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