A margine della proiezione del film “Sarò con te”, Aurelio De Laurentiis s’è lasciato andare ad un accostamento alquanto azzardato. A chi gli chiedeva un commento sulla stagione attuale del Napoli, infatti, il produttore romano ha smorzato immediatamente le pretese dell’ambiente, chiedendo ai suoi tifosi un approccio maggiormente aziendalista alle dinamiche della squadra. Insomma, i napoletani avrebbero dovuto prendere esempio dai sostenitori del Manchester United, che riempiono con costanza “Old Trafford” nonostante “Il club non vinca da una vita...”.

A fare da cornice a dichiarazioni talmente azzardate da sfiorare il limite della decenza pedatoria, appare evidente che il presidente trascuri un piccolo particolare: è proprio a lui che viene imputato il sostanziale fallimento della politica gestionale intrapresa nell’annata post scudetto. Tutti concordi nel considerare la sua filosofia, egocentrica ed accentratrice, l’ago della bilancia, capace di contribuire non poco alle sfortune dei Campioni d’Italia. Al punto da risvegliare i malumori della piazza nei confronti della proprietà. Il ricorso a un lessico apertamente ostile, dunque, descrive senza timore di smentita il senso di afflizione, associato a un profondo desiderio di riscatto, di una larga fetta di sostenitori azzurri.

Insomma, ADL ha dimostrato ancora una volta di essere un fruitore superficiale di cose calcistiche; perchè è vero che probabilmente gli ultimi dieci anni, in concomitanza con il ritiro di Sir Alex Ferguson, sono stati tra i più deludenti nella storia della squadra inglese. Peccato, però, che il presidente del Napoli non abbia snocciolato un mucchio di dati e statistiche relativi ai Red Devils, tali da smentire completamente il suo pensiero.

I numeri non mentono mai

Innanzitutto, lo United è stata la squadra più costosa della storia del calcio nella stagione 2022/2023: è quanto emerge dal report stilato dalla Uefa attraverso un documento (“European Club Finance and Investment Landscape”), che si concentra sulla situazione economico-finanziaria di 700 club delle prime divisioni di tutta Europa. Orbene, secondo la Uefa, il Manchester ha speso la bellezza di un miliardo e quattrocentoventi milioni di euro. Strappando de facto il primato al Real Madrid 2020/2021, costato a Florentino Perez un miliardo e centrotrenta milioni.

A far impennare paurosamente i costi per costruire l’organico, elevando il Manchester United a squadra più cara nella storia del calcio, investimenti massicci tipo Maguire, pagato 87 milioni di euro, Sancho (85), Antony (100) e Casemiro (71). Tralasciando almeno in questa sede la certezza quasi matematica che DeLa non si esporrà mai per cifre del genere, sarebbe lecito ricordare al presidente del Napoli che questa versione dello United arrivò al terzo posto in campionato – ergo, qualificata in Champions League. Oltre a vincere la Coppa di Lega (primo trofeo dopo sei anni di digiuno), ed arrivare in finale di FA Cup.

Un buon inizio in ottica ricostruzione, che aveva fatto ben sperare i tifosi. Specialmente se si analizza la successiva sessione di mercato, quella della scorsa estate. In cui la proprietà ha persino aumentato il budget messo a disposizione dell’allenatore. Agli ordini di Ten Hag sono arrivati Hojlunf, Mount e Onana, rispettivamente per 84, 70 e 52 milioni di euro. Magari De Laurentiis ne capisce poco o nulla di calcio. Ma i numeri sono il suo pane quotidiano. Allora, sarebbe bene che evitasse certe uscite scellerate: lo espongono solamente a inutili brutte figure.

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