Quando c’è il campionato è facile scrivere, ma quando c’è la Nazionale, allora ci vuole fantasia.

Capita dunque che gli avversari, in questo caso la Juve, passino del tempo a procurarsi un vantaggio psicologico verso il rivale numero uno.

Non c’è giorno che da Torino non arrivino parole sul Napoli, ma soprattutto su Sarri.

Nel capoluogo piemontese mal digeriscono i complimenti che arrivano da ogni angolo del Mondo alla qualità del gioco degli azzurri. Si cerca sempre di sminuire il lavoro del tecnico napo-toscano, parlando di palmares, di vittorie e di trofei.

Poi ti accorgi che il quotidiano di riferimento della città della Mole (Tuttosport) viene fuori con una prima pagina dove si mette a confronto il bel gioco di Sarri, sottolineando gli “zero tituli” ed il non gioco di Allegri sottolineando i trofei portati a casa dal tecnico livornese.

Peccato, però, che a Torino dimentichino alcuni particolari che fanno la differenza.

Innanzitutto il fattore temporale.

Allegri ha vinto 9 trofei da Allenatore, ma è anche vero che Allegri è arrivato in Serie A nel 2008, quando Sarri era in lega pro con il Perugia.

Altra differenza sostanziale sono i club allenati.

Massimiliano Allegri, in serie A ha allenato il Cagliari, che nella sua storia ha vinto anche uno scudetto è poi passato al Milan fino ad arrivare alla Juve. Questi ultimi due club, sono due grandissime del calcio italiano, mettono insieme la bellezza di quasi 60 scudetti, per non parlare di altri trofei. Ad Allegri, sono sempre state consegnate squadre fatte per la vittoria, sono sempre -o quasi- state fatte campagne di rafforzamento dai 100 milioni in su.

Maurizio Sarri si è affacciato solo quattro anni fa in Serie A e ci è arrivato con l’Empoli, squadra che storicamente fa la spola tra la massima serie e quella cadetta che non ha mai vinto alcun trofeo

Poi, tre anni fa, arriva il Napoli.

La squadra partenopea, pur essendo una grande, in novanta e più anni di storia, ha vinto solo due scudetti, circoscritti nei sette anni che hanno visto il più grande della storia del calcio -Maradona per chi non lo sapesse- vestire la maglia azzurra.

Anche le campagne acquisti sono state leggermente diverse. Sarri, al suo arrivo al Napoli ha avuto il piacere di accogliere Chiriches, Allan ed Hysaj ed il ritorno a casa di Pepe Reina. L’anno successivo ha visto partire, proprio per la Juve di Allegri, mister 36 reti in un campionato Gonzalo Higuain.

Fino ad arrivare a questa stagione, dove mentre Allegri si coccola Bernadeschi e Douglas Costa, Sarri ha ricevuto da Babbo Natale, Mario Rui ed Ounas.

Capirete le differenze sostanziali tra Allegri e Sarri. Ma a questo punto, partecipiamo anche noi al giochino dei confronti.

Prendiamo un allenatore a caso, un allenatore arrivato nella massima serie del suo paese nello stesso anno di Allegri, un allenatore che ha avuto la possibilità di allenare squadra fatte per vincere, ma che a differenza di Allegri, mette le vittorie e lo spettacolo sullo stesso piano.

Stiamo parlando di Pep Guardiola.

Andando a verificare i trofei, noteremo numeri che rendono le vittorie di Allegri praticamente il nulla. 21 trofei Guardiola, 9 Allegri.

Ma allora la tanto cara teoria degli Juventini che il bel gioco non porta a nulla e che l’importante è vincere va a farsi benedire?

Praticamente si.

Invitiamo dunque gli “amici” juventini a guardare in casa loro invece di cercare polemiche inutili, li invitiamo a godersi la loro squadra che quest’anno (VAR permettendo) vincerà il settimo scudetto di fila e li invitiamo a essere felici piuttosto che corrucciati.

Godetevi la vita, il sole(quando c’è) e godetevi le vittorie quando arrivano, festeggiatele con un sorriso e non come quelli a cui manca sempre qualcosa.

L’importante non è vincere, ma essere felici.

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