Napoli, il vero problema è il monte-ingaggi

Il vero nemico del Napoli agli occhi del presidente non è la Juve, ma il monte-ingaggi. Un monte ingaggi che in questi ultimi tempi è lievitato in modo esponenziale. Hanno inciso i rinnovi di Insigne e Mertens, senza dubbio. Ma il problema è che sono lievitati anche tutti gli altri, Allan, Chiriches, e altri seguiranno ancora. Il costo del lavoro è un problema in tutte le aziende, e le società di calcio non fanno differenza. Chi “ama” De Laurentiis dirà che è giusto che sia così, coloro che lo contestano diranno che un vero imprenditore investe, accetta il rischio di impresa.

Il Napoli nell’ultima stagione, tra proventi Champions e plus-valenza per Higuain, ha battuto i record di fatturato e utile di bilancio. Ma il fatturato strutturale è fermo più o meno a quello del 2008, il primo anno di A. Fino a quando il settore merchandising non inizierà a dare frutti sostanziosi, alzare troppo il monte-ingaggi è pericoloso. Gli ingaggi alti restano a prescindere dal fatturato, se questo scende sono dolori.

Come nel cinema, ADL non accetta il rischio di impresa

Un imprenditore vero rischia, accetta quello che si chiama rischio di impresa. Alza il monte-ingaggi perché in questo modo tenendo alto il livello della squadra i risultati sono migliori, ed anche il fatturato cresce. Purtroppo non c’è nessun automatismo: puoi investire molto, e non avere risultati. De Laurentiis, non solo nel calcio, non è uno che ama le scommesse. Basta vedere quello che nel corso degli anni ha fatto con i “cine-panettoni”. Quando gli incassi sono iniziati a scendere aveva due strade davanti: rilanciare, puntare sui grandi attori, per provare a migliorare il box-office.

Ha scelto l’altra strada, attori sempre meno famosi, fino a questo dicembre che ha fatto un film con gli spezzoni delle vecchie pellicole. Il cinema è un mondo che conosce benissimo, a differenza del calcio: nonostante ciò non ha voluto rischiare. Ovvio che col calcio utilizzi la stessa strategia, la sola che conosce, con la quale si sente garantito.

In 14 anni solo 4 cessioni importanti

Si dirà: c’è sempre la possibilità, in caso di necessità, di fare qualche cessione per rientrare. Vero, ma da questo punto di vista De Laurentiis è uno che non ama molto vendere. In 14 anni di Napoli sostanzialmente ha fatto 4 cessioni importanti: Quagliarella, Lavezzi, Cavani e Higuain. Lui vende quando proprio non riesce a trattenere. Per questo ha la necessità di tenere sotto controllo il monte-ingaggi. Quando ha soldi da investire preferisce comprare qualche giocatore, ma non aumentare troppo gli ingaggi. Politica che però a questo punto comincia a diventare complicata. E comincia ad essere difficile trattenerli.

Quest’estate si potrà arrivare a qualche cessione importante non tanto per necessità di bilancio, ma proprio per il monte-ingaggi. Jorginho, ad esempio rischia di partire proprio per questo motivo. E con lui altri ancora, magari il presidente ne ha parlato con Sarri che non si è detto d’accordo. Per questo De Laurentiis provocatoriamente l’ha invitato ad accettare la scommessa. Cosa che difficilmente farà, e nessuno può dire di non comprendere il punto di vista del tecnico.

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