Lo Sport è meritocrazia.
Il calcio no. Il business mai.
La Cremonese seppur scovasse i nuovi Messi, Ronaldo e Mbappe’, mai potrebbe competere con i top clubs finanziati dai mercati. Le loro risorse sono infinite.
Tesori e tesoretti.
Il calcio “falsa” le classifiche.
Il calcio è trofei.
“Tituli” li chiama Mourinho.
Il calcio non si accontenta dello spettacolo, esige risultati. Importa poco come, importa che la palla finisca in porta.
Inzaghi, Filippo, di questa idea ne ha fatto un mantra.
Al posto giusto al momento giusto. Il resto è basket o volley.

Il sottopassaggio dello stadio non è soltanto una via nascosta. In quasi tutti da qualche tempo c’è un museo.
La Storia non ovunque è la stessa.
Attraversare il Meazza o lo Juventus stadium non è come passeggiare sotto un altro impianto.
La storia è fatta di trofei.
Poche parole.
Coppe, vittorie e feste.
Le bacheche si riempiono con oggetti luccicanti.
Ci siamo capiti

Spalletti affronta Mourinho.
Il normal one che affronta lo Special one.
Il triplete nerazzurro è un unicum moderno in Europa, sicuramente in Italia.
Prendiamolo come esempio.
Crepet lo ripete di continuo. “Affrontare i campioni è l’unico modo per Crescere ed Imparare a vincere” .

Spalletti è pronto?
È pronto a salire il gradino più alto? Ha imparato la lezione più difficile?
Tanti, tantissimi possono scalare la montagna d’estate, pochissimi, praticamente uno o due al mondo, possono farlo senza ossigeno ed in inverno.
Chiedere a Simone Moro.
Segnatevi questo nome e poi cercare quello di Walter Bonatti.
Vi servirà, fidatevi.

Spalletti incontra Mourinho.
È un bivio.
Per se stesso, per la sua carriera, per la considerazione di essere uno special one di nuova articolazione.