Ranking, giovani e mentalità. Non può essere un caso se dopo 31 anni, la Roma conquista una finale europea, con buone possibilità anche di vincere la Conference League. Non può essere un caso che l’artefice di questa impresa è lo stesso che ha portato in Italia l’ultima vittoria della Champions League. Non può essere un caso se a Roma non si vedeva uno stadio costantemente sold out, dai tempi dell’ultimo scudetto. Non è un caso, c’è un nome e cognome: José Mourinho. Lo special one in otto mesi di lavoro ha dato alla squadra una mentalità e un’identità che oggi la portano ad occupare l’undicesima posizione nel ranking UEFA .
Il Napoli scivola in venticinquesima posizione, dietro l’ Atalanta, con il rischio di ritrovarsi nella prossima champions, in un girone infernale, con poche possibilità di passare il turno. Il futuro si costruisce da questi particolari, inutile festeggiare un piazzamento europeo e poi lamentarsi di giocare al giovedì e trovarsi a Natale già fuori da ogni competizione. La squadra giallorossa ha dimostrato come dando la massima importanza ad ogni partita, mandando in campo la miglior formazione possibile si ottengano risultati e si acquisisce la giusta mentalità. La squadra azzurra aveva quest’anno la possibilità di andare avanti in Europa League, visto che propria quel Leicester che ha giocato la semifinale all’olimpico, era arrivato dietro al Napoli nel proprio girone. Lo stesso magnificato Barcellona non è andato oltre i quarti di finale, l’impressione è che la formazione di Spalletti nei momenti topici della stagione abbia mancato soprattutto di personalità e consapevolezza dei propri mezzi, in poche parole di mentalità.
Non possono Empoli e Fiorentina rappresentare delle montagne impossibili da scalare, sono partite che si vincono già da dentro gli spogliatoi, con la testa di essere più forti e che non ce ne sia per nessuno. In più abbiamo visto come il tecnico Portoghese abbia dapprima ripudiato la sua squadra per mancanza di mentalità vincente, nella prima parte di stagione, per poi parlare a finale raggiunta di grande famiglia. In questo, ma non solo lui, il tecnico di Certaldo ha le sue responsabilità, nel non trasmettere al gruppo l’animus pugnandi, oltre alla mancanza di un leader in mezzo al campo. L’ assenza del tutto inattesa nella conferenza stampa pre Torino non è certo un buon segnale da questo punto di vista, anche se proprio Mourinho spesso ha saltato l’appuntamento con i giornalisti, nei momenti delicati del campionato. Un altro aspetto da rilevare è come il tecnico giallorosso abbia dato fiducia ai giovani, credendo nelle loro qualità, tanto da ritrovarsi ad oggi uno Zalewski in casa, che non fa rimpiangere la lunga degenza di Spinazzola. Sui giovani la società si sta muovendo, con acquisti mirati in prospettiva, bisognerà però lavorare anche sul proprio vivaio, che ha mostrato con Zanoli di non essere l’ultimo della serie A . Tanta carne al fuoco per l’estate, ma il primo nodo da sciogliere sarà quello sull’allenatore, Spalletti merita fiducia, ma dovrà essere il primo a crede nel progetto, per una piazza che invece è già pronta e matura per vincere.
Seguiteci anche su www.persemprecalcio.it
