Quando una azienda si apre ad un nuovo mercato, ha due strade.
Conservare il top del suo corpo manageriale ed educarlo al nuovo corso oppure affidarsi a costrutti giovani.
Forze più attuali ma senza alcun dubbio meno abili.
Il Napoli 5.0 ha scelto la strada dei Giovani di belle speranze. Almeno sulla carta, almeno in rosa.
Ha tagliato di netto il suo cervello.
Il tasso sportivo può considerarsi valido, il “quoziente intellettivo” dobbiamo valutarlo poco a poco.
Il bagaglio tecnico di un campione affermato comprende cervello ed esperienza.
Due caratteristiche che in particolar modo si evincono nel momento critico.
Quando il Lecce, ad esempio, ti imbriglia, è in quel momento che dal bagaglio tecnico di un campione, si tira fuori il cervello.
Il pensiero educato all’organizzazione ed alla gestione di un momento delicato.
“Tutti” son capaci a mare calmo, pochi quando c’è da uscire da una rete a maglie strette.
Il Napoli 5.0 ha perso il tasso tecnico degli esperti ma soprattutto la loro dote di pensiero.
Gestione di momenti delicati col ragionamento.
Napoli – Lecce è stato un momento di non pensiero.
Un blocco.
Una impossibilità di ragionamento.
Questa è una dote difficile da far crescere.
I Ragazzi hanno bisogno di tempo ma soprattutto responsabilizzarsi.
Napoli è esigente e lasciar partire Insigne, Mertens, Koulibaly e Fabian Ruiz è stata una scelta forte ed estrema.
Rinnovamento tecnico e ringiovanimento ma anche un passo indietro sulla capacità di pensare e ragionare in campo. Di Lorenzo da capitano non può essere equiparato a
Koulibaly. È chiaro e Raspadori non può garantire quella serenità che dava Insigne o Mertens. Nemmeno Kvaratskhelia può. Tutti hanno bisogno di crescere. Corpo e mente.
Il cervello si sviluppa col tempo e con le esperienze.
Forse a questi ragazzi è stato dato un fardello davvero pesante.
Lo scopriremo presto.
Lazio e Liverpool ci daranno risposte.
Risposte della qualità tecnica ma soprattutto sulla capacità di questa squadra di organizzazione, gestione e sviluppo di un momento delicato.
Ne riparleremo.
La crescita ha bisogno di tempo e personalità.
Pedagogista dello Sport