Mi chiamo Stanislav Lobotka, sono un centrocampista centrale slovacco e cerco identità.
Sembra l’incipit di un’opera pirandelliana o di un film Francesco Nuti. Caruso Paszkowski e vengo da lontano style o 6 personaggi in cerca d’autore.
Più semplicemente chi è Lobotka? Un “brocco” fuori forma di “Gattusa Memoria” oppure un metronomo dai piedi gentili addirittura accostato a Pirlo e Xavi?
Come spesso accade la verità è nel mezzo.
Reduce da un infortunio Stanislav è arrivato ieri a Dimaro. Un abbraccio sincero con Spalletti, quasi un inchino simpatico. Senza dubbio attraverso la visione di gioco dello slovacco passa gran parte delle geometrie d’attacco del Napoli.
L’arrivo di #Lobotka è bello, bellissimo!
Spalletti si inchina e lo abbraccia, i tifosi lo acclamano, mentre la squadra ferma la seduta d’allenamento per salutarlo e dargli il benvenuto
Originally tweeted by Manuel Guardasole ✍🏻 (@MGuardasole) on 10 July 2022.
Se Ancelotti prima e Lippi dopo avevano inventato Pirlo nel ruolo di regista basso, Spalletti ha voluto con successo affidare il tutto a Lobotka. La manovra di regia passa dai suoi piedi e dai suoi occhi.
Piccolino, un metro e settanta appena, baricentro basso, muscolare di gamba e di spalla, Stanislav è atteso all’esame di Maturità.
Stabilire, decidere e dimostrare.
Chi è davvero Stanislav?
Un ottimo calciatore da squadra europea di rango o buon comprimario?
Le giocate della stagione appena trascorsa sebbene interrotte dall’infortunio, lasciano intendere una grande prospettiva.
Applausi al suo arrivo a Dimaro. Applausi di speranza e fiducia, da chiavi di centrocampo.
In questa pazza e statica estate, il ritorno di Lobotka è decisamente una ottima notizia. Un innesto. Un acquisto.
Lasciando da parte il cinema, i titoli da film e le sale a sedere, si torna finalmente a parlare di pallone.
Lobotka è il calciatore su cui Spalletti ed il Napoli puntano.
Lobotka ha i piedi educati per recuperare, gestire e cedere palla.
Stanislav a te… Si attendono risposte.







