La nostalgia è un sentimento brutale.
È una difesa ad oltranza di ciò che si è vissuto.
Meglio, ciò che si è creduto di vivere. È un Sentimento infame. Umano. Soltanto l’uomo ha nostalgia del passato. È proiettato a ieri e se non lo si educa, provoca muri, paure e chiusure.
“Quando ero giovane io” è una delle frasi meno serie che esista.
Basta Filosofia.
Giochiamo a carte scoperte ed affrontiamo la questione Osimhen.
Siamo seri.
Gli Arabi oggi come i Cinesi ieri, non stanno in Arabia, sono in Europa da decenni.
Il Psg che non vince “niente”: di europeo ha soltanto il nome. La Premier League: dopo gli oligarchi russi, l’Inghilterra del pallone è araba.
Il Manchester City vince la Champions ma è per intero araba. Gli sponsor sono sulle maglie delle squadre europee da anni.
Vi dice qualcosa la parola Etihad?
Cercate.
Troverete Emirati arabi.
Il mondo si è spostato verso Oriente. Lo ha fatto da decenni. Nuove realtà emergono. Mercati e business. Il calcio segue la scia.
Petrol dollari li hanno definiti e non c’è da stupirsi se le maggiori manifestazioni “europee”, si svolgono ad Oriente. L’Italia non fa eccezione nemmeno il Napoli. I calciatori emigrano ad altre latitudini. Il carrozzone vuole i suoi migliori interpreti e li vuole subito. Può spendere fiumi di danaro e vince facilmente la concorrenza.
Nessuno è protagonista, tutte pedine.
Messi è un discorso diverso.
Star system vero.
Cosa può offrire in cambio il vecchio continente?
Qualità?
Tecnica?
Palmares?
Cose di un secolo ormai finito, cari Signori.
Osimhen resterà a Napoli soltanto se riceverà la cifra che ha in mente.
Solo se gli Arabi decideranno che in fondo non è essenziale.
Resterà a Napoli se gli Emiri avranno accertato che il mercato africano è saturo e non serve un testimonial Nigeriano.
Tenete da parte i romanticismi.
È calcio.
Pedagogista dello Sport