Una luna storia quella del calcio Italiano che ha avuto inizio nel lontano 1898. La prima edizione si svolse l’8 maggio a Torino in una sola giornata. Lo “scudetto” all’epoca si contendeva tra sole quattro squadre: tre della città di Torino e il Genoa, team che ebbe la meglio.

Intanto in via San Severino 43 viene fondato a Napoli il “Naples Cricket and Football Club” il primo football club storico della Campania, ad opera di Mr. Potts, funzionario inglese della compagnia di navigazione Cunard Line.

Ma è il 1 agosto del 1926 la data ufficiale della creazione dell’Associazione Calcio Napoli, sotto la presidenza di Giorgio Ascarelli.

Da quel momento inizò la storia del Napoli tra gioie, successi, rabbia e sconfitte.

Dal 1926 al 1941 il Napoli riuscì a mantenere la sua posizione nella massima divisione posizionandosi al quinto posto nell’anno ’29-’30, quarto posto nell’anno ’32-’33, e terzo posto nell’anno ’33-’34.

Quindici anni di successi interrotti con la prima retrocessione nella stagione ’41-’42 e un terzo posto in SerieB dopo Monza e Brescia.

Dal ’42 al ’60 sono stati anni altalenati tra promozioni e retrocessioni, fin quando poi nel 1962 il Napoli è riuscì a vincere la Coppa Italia grazie Bruno Pesaola, soprannominato “petisso“.

Nella stagione ’64-’65 viene costituita la S.S.C.N con presidente onorario l’industriale Achille Lauro e presidente esecutivo Roberto Fiore ed è nell’anno ’65-’66 che il Napoli vince la Coppa delle Alpi.

Con Fiore il tasso di qualità della squadra aumentò notevolmente, vantando nella rosa nomi del calibro di: Totonno JulianoFaustinho CanèVincenzo MontefuscoPostiglionePanzanatoBean etc.

Sebbene Fiore poteva vantarsi di aver portato in squadra nomi importanti, non si voleva fermare. Il suo intento infatti era quello rinforzare la rosa con Nils Liedholm.

Un’azione di mercato bloccata da Lauro e dai dirigenti:  Tardugno Corcione per una questione di invidia e non economica.

Roberto Fiore infatti, nel 1967-68 lascia le redini del comando ad un giovane ingegnere astuto e taciturno, Corrado Ferlaino.

L’era di Corrado Ferlaino

Ferlaino venne eletto presidente il 18 gennaio del 1969 all’età di 37 anni.

Con Ferlaino si può parlare di era d’oro del Napoli. Riuscì in poco tempo a risanare i debiti della società, tanto da ricevere la Stella al Merito Sportivo dal CONI.

Per due volte infatti, il Napoli di Ferlaino, riuscì a sfiorare il tanto agognato scudetto. La prima volta nel campionato del ’70-’71 e la seconda nel campionato ’73-’74.

Nel campionato del ’74-’75 riuscì a vincere la seconda Coppa Italia e poi la Coppa di Lega Italo-Inglese nel 1976.

Tanti furono gli acquisti da capogiro “dell’ingegnere”. Il primo fra tutti quello di Beppe Savoldi che all’epoca destò scandalo per la cifra d’acquisto: ben 2 miliardi di lire.

Con Ferlaino arrivò anche alla dirigenza Antonio Juliano. Il DS azzurro riuscì a segnare un notevole colpo di mercato dal nome Ruud Krol.

Poco dopo Juliano riuscì a segnare il colpo ad effetto che condusse il Napoli al cosiddetto MIRACOLO.

Dopo mesi e mesi di peripezie, Juliano riuscì ad acquistare il grande Diego Armando Maradona dal Barcellona.

Due giocatori importanti che hanno permesso al Napoli di vincere la terza Coppa Italia e il Primo Scudetto, il 10 maggio del 1987.

Per continuare poi con la vittoria della Coppa Uefa il 17 maggio del 1989, la vittoria del secondo Scudetto nell’anno ’89 – ’90 e infine la SuperCoppa contro la Juve nel ’90-’91.

L’addio di Ferlaino e l’inizio della decadenza del Napoli

L’addio di Corrado Ferlaino arrivò nel 1993. Un addio che inevitabilmente trascinò il Napoli nel baratro, dal punto di vista economico, infatti la tripartizione della società condusse il club azzurro ad un indebitamento importante.

In questo quadro, nella stagione ’97-’98, il Napoli arrivò diciottesimo in Serie A retrocedendo con 11 punti in Serie B.

A pochi giorni dalla fine del campionato, all’azienda, viene aggiunta la figura di Giorgio Corbelli, re delle televendite in quanto proprietario di Telemarket 1 e 2.

Con Corbelli arrivò l’ingaggio di Zednek Zeman. Un esperimento che però falli, incrinando ancora di più la situazione del Napoli nel momento in cui Corbelli venne arrestato per scandalo nelle televendite.

Dall’arresto di Corbelli, il Napoli visse un periodo caratterizzato da numerosi cambi di nomi, lontano dalla SerieA, fin quando all’orizzonte si iniziava ad intravedere la figura di Aurelio de Laurentiis.

Nel Produttore Cinematografico della Filmauro raffigurava l’uomo che avrebbe salvato il Napoli dall’oblio.

Un nuovo Napoli: l’era di Aurelio de Laurentiis

Il 2 agosto del 2004 la Società Sportiva Calcio Napoli venne dichiarata fallita. Ma il 7 settembre dello stesso anno, fu firmata una transazione dalla FIGC in base alla quale il titolo sportivo della società azzurra veniva attribuito alla nuova società di Aurelio de Laurentiis, per la quale versò più di 30 milioni di euro in tribunale, la Napoli Soccer con un nuovo progetto per il club azzurro.

Il progetto era di un Napoli che ripartiva dalla Campionato di Serie C1 allenato da Giampiero Ventura sostituito poco dopo da Edy Reja.

Il Napoli con DeLa riprese a credere nel sogno.

Alla finale dei PalyOff con l’Avellino riuscì a sfiorare la promozione conquistata al secondo tentativo. Nuovi e importanti acquisti, un potenziamento continuo con l’ingaggio dei migliori calciatori sul mercato.

Così si ripresentò il Napoli, nella Stagione 2006/07, ai nastri di partenza con il suo vecchio nome, Società Sportiva Calcio Napoli (SSCNAPOLI) ma con l’obiettivo della Serie A.

Impresa che riesce il 10 giugno 2007. Il Napoli riuscì a pareggiare a Genova e salendo con con i “cugini” grifoni in Serie A.

Una promozione esaltante che riportò in città l’entusiasmo dei tempi d’oro.

In quel periodo vennero acquistati nomi come LavezziHamsik, un nuovo Napoli che riuscii a conquistare al primo anno l’Europa.

Nell’ottobre del 2009, Mazzarri diventa il tecnico ufficiale del Napoli, portando con se la squadra alla riconquista dell’Europa League, anche se l’anno più bello è quello della stagione 2010-2011.

Anno in cui il Napoli riuscì ad entrare in Champions League.

Un’avventura, quella di Mazzarri , che si concluse con la vittoria della Coppa Italia nell’anno 2011-2012.

Il 20 maggio 2012 è una data da affidare alla storia. Il Napoli batté la Juventus all’Olimpico per 2-0 con le reti di Cavani e Hamsik capitanati da Paolo Cannavaro il quale alzò quella Coppa Italia che mancava da ben 25 anni.

L’era Benitez

Per far si che il suo Napoli potesse aspirare a degli obbiettivi più importanti, Aurelio De Laurentiis si affidò ad un allenatore dal profilo internazionale, Rafa Benitez.

Con Benitez arrivarono i nomi che fecero sognare i tifosi napoletani e tremare le squadre di Serie A. Riuscì a creare una rosa composta da: Reina, Albiol, Callejon, mentre Cavani trasferitosi al PSG venne rimpiazzato da Gonzalo Higuain.

Il buon cammino in Serie A e soprattutto la vittoria della Coppa Italia in finale contro la Fiorentina valsero la riconferma di Benitez, che però nella stagione successiva deluse completamente le aspettative.

Infatti nemmeno la vittoria della SuperCoppa Italia, vinta ai rigori contro la Juve, gli permise di rinnovare con il club azzurro.

L’era Sarri

L’era Sarri fu l’ultima a far sognare i tifosi del Golfo di Partenopee, i quali allo stadio si sgolavano per cantare i cori a supporto della squadra.

Con l’addio di Benitez infatti arrivò un allenatore diametralmente opposto allo spagnolo. Un allenatore cresciuto in campionati minori e conosciuto grazie al suo lavoro nell’Empoli.

Con Callejon, Insigne e Hamsik il Napoli, sotto la giuida di Sarri, mostrò all’Italia e all’Europa il gioco più bello che si potesse fare in un campo di Serie A. Reinventò completamente la figura di Dires Mertens facendolo diventare uno dei più forti bomber in circolazione.

Un qualcosa di mai visto che faceva stropicciare gli occhi ai tifosi. Un lavoro sorprendente quello di Sarri tanto che gli coniarono con il termine “Sarrismo” il suo stile calcistico a cui manca, ad oggi, soltanto una vittoria importante per entrare nella storia.

Con Sarri infatti il Napoli ha veramente sfiorato lo Scudetto che non lo perse per demerito… evidentemente lo Scudetto si trovava già a Torino.

Con la “pugnalata” dell’addio di Higuain e l’occasione sfumata dello scudetto, anche i rapporti tra il Napoli e Sarri si interruppero bruscamente.

Quello fu l’ultimo anno di splendore del Napoli.

Da li in poi, tanti allenatori sono cambiati: Ancelotti, Gattuso con il quale il Napoli riuscì a vincere la Coppa Italia e l’attuale Spalletti.

Ad oggi i rapporti tra la presidenza e la tifoseria non sono dei migliori. La realtà napoletana, che ha sempre vissuto di Calcio Napoli, adesso sembra volersi allontanare per sempre dallo stadio. La disillusione la fa da padrona negli animi dei tifosi azzurri, stanchi di sperare in un Coppa ricordata solo da foto un po ingiallite.

Il denaro, come in tutte le squadre, ha allontanato il gioco e la passione del calcio dalla squadra di riferimento.

Speriamo che presto si ritorni a parlare di calcio, quello vero e che le partite della domenica diventino di nuovo la “scusa” per riunire la famiglia intorno ad un tavolo, tra calici di vino e bandiere del Napoli.

Ad ogni modo : FORZA NAPOLI SEMPRE