La lega di serie A si è dimenticata dei sogni del calcio minore

Il calcio non è quello della Champions League né quello del massimo campionato di serie A. E’ soprattutto quello del calcio minore Quello di società gloriose che per vari motivi sono costrette ad arrangiarsi giorno per giorno e che lo Tsunami Covid-19 sta spazzando via e sta mettendo nel dimenticatoio. Ci sono tante società a partire dall’ Interregionale che stanno vivendo la loro passione pasquale con un senso di ansia e di rabbia visto che nessuno a partire dai quartieri nobili del calcio pensa ai loro problemi ma stanno pensando solo ad i loro interessi. Quest’anno nei quartieri alti della serie D c’erano tre squadre che in una maniera o nell’altra stavano per raggiungere i loro obbiettivi. A partire dal girone G in cui i corallini guidati egregiamente da un signore della panchina come Fabiano stavano, dopo che l’anno scorso avevano avuto la sfortuna d’incontrare il Bari di DeLa( battuto al Liguori per 1-0 in un’ atmosfera emozionante) , per vincere il loro girone e coronare il loro sogno di tornare in serie C direttamente dalla porta d’ingresso senza affrontare i play-off e sperare in un improbabile ripescaggio. Il presidente della compagine corallina aveva compiuto salti mortali per mettere a posto, la situazione dello stadio Liquori. Ma il caso, in senso sportivo, ha voluto che tutti questi sforzi fossero al momento vanificati. Nel girone H i costieri del Sorrento erano riusciti a raggiunger i quartieri alti della classifica. Lo avevano fatto grazie alle capacità organizzative della società, in primis quelle del direttore sportivo Antonio Amodio e in secundis grazie alle capacità manageriale di un quartetto di soci che avevo scelto il dottor Cappiello come rappresentante massimo della società. Questa società intelligente ed oculata avevano visto  giusto quando all’ indomani dell’esonero di Guarracino scelsero un signore della panchina Quel Maiuri che prese il Sorrento dai bassi fondi della classifica e fino all’ emergenza Covid-19 era arrivato al terzo posto in classifica. Era pronta la squadra costiera di giocarsi i play-off e di sperare in una nuova amministrazione comunale che facesse partire i lavori al campo Italia. Nel girone I il Savoia si apprestava da secondo in classifica dietro la corazzata Palermo a disputare i play-off. Tutti questi sogni sono stati spazzati via da un virus carogna. Il problema si pone anche per gli stipendi di questi poveri giocatori. Stipendi che non sono d’oro rispetto ai giocatori di serie A Questi poveri ragazzi cercano nel calcio un modo di portare avanti una famiglia. I giocatori di serie A invece di piangersi addosso farebbero bene a tagliarsi gli stipendi e a devolvere parte di questi tagli a finanziare i giocatori di serie D. E’ comunque un’utopia visto che degli ultimi , anche nel calcio , nessuno s’interessa ma anche loro fanno parte di un sistema tanto marcio quanto menefreghista.

 

 

 

 

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