Meret-Kepa… Luciano Tarallo nel dilemma per la porta azzurra si schiera per Meret.

“Le competenze, queste sconosciute”.

Vorrei un confronto tecnico, l’unico che vale la pena di affrontare. Per i calcoli di emolumenti e DM 10/M, li lascio ai commercialisti. Ad ognuno il proprio compito, le proprie competenze.

Una cosa hanno in comune Meret (7 gare giocate nel 2021/22) e Kepa (5 gare): il poco vissuto. È cosa di fondamentale importanza, la situazione insegna più dell’istruzione. Quando si effettua un gesto tecnico, una parata, il tutto dipende da fattori interni (psicologici e cognitivi) e da fattori esterni (compagni, avversari, condizioni climatiche, etc). Un mix che abbinato alle qualità motorie interdipendenti in possesso del giovane portiere (capacità di anticipazione, percezione visiva, rapidità di reazione complessa, equilibrio dinamico, capacità di orientamento spazio/tempo, etc.) fanno si che la risultante della prestazione sia di ottimo livello.

Ma per arrivare a questo modello prestativo, premesso che il talento di Meret è indiscutibile, quello di Kepa mi fa sorgere non pochi dubbi. La storia poi ci racconterà, staremo a vedere.

Siamo sicuri che la gestione del giovane talento friulano sia stata ineccepibile?

Ho forti dubbi su questa cosa. Se nel progetto futuro non ci doveva essere più Ospina allora perché lo si è fatto giocare di più Meret?

Perché ad ogni minimo errore non si fa quadrato e si difendono i propri calciatori, il proprio patrimonio? Perché poi qualche spallatina la subirà anche il nuovo portiere che arriverà.

Molti studi hanno dimostrato che per essere prevedibile il calcio non dovrebbe essere più calcio. Che faremo, cambieremo di nuovo portiere?

La capacità di imparare è parte del talento, vale per tutti I ruoli, il portiere un po’ di più.

In attesa della mentalità vincente che si acquisisce vincendo, partendo dagli uffici e spalmandola sul rettangolo di gioco con idee e progetti. Quello che portano soldi nell’evoluzione del calcio moderno sono le idee, quelle belle, quelle serie. Forgiamo i nostri i giovani talenti con obiettività e competenze professionali, concedendo loro più fiducia.

Il portiere ha bisogno tra le sue qualità di coraggio, quello che manca troppo spesso ai nostri dirigenti. Non è vedere per credere, lo vedrai se ci credi e Maignan al Milan è l’ultimo esempio di idee lungimiranti e belle che portano scudetto e plusvalenza, sostituendo un portierone del valore di Donnarumma.

Le idee, ma soprattutto le competenze. Quelle serie e giuste.