È guerra aperta tra il Paris Saint-Germain e Kylian Mbappé. Un conflitto sopito da tempo, ma potenzialmente in grado di deflagrare in qualsiasi momento, così da produrre un effetto domino sul mercato degli attaccanti, che inevitabilmente, potrebbe coinvolgere anche Victor Osimhen.

Procediamo con ordine. I parigini, sospettando che l’attaccante abbia già un accordo segreto con il Real Madrid per andarsene a parametro zero il prossimo giugno, libero da ogni vincolo, hanno deciso di estrometterlo dalla lista dei convocati per la tournée in Giappone. Una mossa forte, a pochi giorni dalla deadline del 31 luglio. Ultimo giorno utile per accettare la sontuosa proposta di rinnovo fatta da Al Khelaifi. Si vocifera che lo sceicco in persona abbia promesso a Mbappé, qualora sottoscrivesse un nuovo contratto, 1 miliardo di euro per 10 anni. 

Com’era inevitabile, se uno dei principali Top Club d’Europa si priva del suo miglior finalizzatore, il primo dubbio – per usare un eufemismo -, che sollevano gli addetti ai lavori è sul nome di chi sopperirà alla partenza del francese nell’undici allenato da Luis Enrique.

Ovviamente, il centravanti del Napoli rientra nell’alveo ristrettissimo dei candidati più autorevoli a occupare lo slot lasciato libero Mbappé.

Ideale per Lucho

Siamo nel campo delle mere ipotesi. Tuttavia, il nuovo tecnico del PSG potrebbe orientare la sua scelta proprio su Osimhen. Proviamo a comprendere perché il nigeriano sarebbe adattissimo al calcio posizionale di Lucho.

Sin dai tempi dell’esperienza maturata sulla panchina del Barcellona B, lo spagnolo pretende che le sue squadre risalgano con la palla dal basso. All’interno di questa visione, il vertice alto della fase offensiva si muove in funzione dei compagni, non sempre vicino alla porta avversaria. Anzi, facendo da riferimento diretto in uscita, spesso lega la manovra, giocando spalle alla porta nel cerchio del centrocampo.    

Con Spalletti, il numero nove in maglia azzurra ha dato prova di sapersi comunque destreggiare senza patemi in questo tipo di situazioni, che richiedono lotta e governo: controllare palloni sporchi e poi fare da sponda; vincere i duelli uno contro uno, senza alcun timore di contendersi i rimbalzi a sportellate con il marcatore. E magari, dopo aver difeso il possesso, stimolare i compagni con assistenze assolutamente mai banali.

Senza voler necessariamente trovare in qualche modo delle similitudini con il tikitaka del mister spagnolo, nella versione spallettiana, la fisicità di Osimhen è stata usata non solo per mettersi in proprio. Poichè garantisce pure un notevole upgrade associativo.

Centravanti completo e moderno

E’ ancora fresca nella memoria dei tifosi napoletani l’immagine dominante di Osimhen, in campionato e Champions League. Al netto delle abilità eccezionali negli ultimi sedici metri come finalizzatore, Victor ha palesato una innegabile capacità nell’associarsi coi compagni. Come protegge il pallone, mettendo in ombra chiunque tenti di azzardare l’anticipo è una qualità che moltiplica la percentuale di possesso. Avendo vicino compagni pronti a offrirgli ulteriori linee di passaggio pulite.  

Il Napoli, dunque, ha esasperato in positivo le caratteristiche del nigeriano, mettendolo nelle condizioni ideali per trasformare ogni occasione in potenziali conclusioni verso il portiere. Ovvero, non limitandosi a servirlo esclusivamente nello spazio.

Esaltante, in questo scenario, vederlo ciondolare in isolamento, con la fronte rivolta verso la linea difensiva altrui, con gli avversari che facevano fatica a reggerne gli strappi in profondità, entrando nel classico loop dei centravanti letteralmente ingiocabili.

Insomma, la minaccia PSG esiste ed è reale. Ecco perché diventa basilare portare finalmente a compimento il rinnovo di Osimhen. Il Napoli – a parole – ha ottenuto la totale disponibilità. Adesso urgono le firme per scongiurare eventuali offerte irrinunciabili dal mercato.

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