Prove generali per il Napoli in quel di Castel di Sangro, nell’amichevole contro il Girona, dove tra le altre cose, è emerso ancora una volta, un inaspettato affetto del pubblico presente, per il Professore Mario Rui.

Addirittura un raccattapalle, durante la partita, fa un inchino al portoghese, prima di restituirgli il pallone.

Il video, sui social, è diventato virale ribattezzato “l’inchino al maestro”.

Dopo aver, a malincuore, detto addio a tutti i propri beniamini, la piazza ha eletto Mario Rui come vero leader della squadra, probabilmente per l’impegno sempre speso in campo e per non aver mai fatto polemiche fuori dal terreno di gioco.

Rui inoltre non si è mai risparmiato ma soprattutto per ha mai tradito i tifosi napoletani.

Sono questi atteggiamenti che fanno breccia nel cuore della gente, soprattutto di quella napoletana, che prima del giocatore valuta l’uomo, con la U maiuscola.

In questo il terzino sinistro è veramente maestro.
Anche quando lo si vede in campo perdere la bussola per un fallo subito e non fischiato, oppure per difendere un proprio compagno.

Eppure il rapporto con la tifoseria non è mai stato così idilliaco. Sono diversi anni che si cerca un sostituto sulla fascia sinistra, soprattutto da quando Ghoulam ha avuto il secondo grave infortunio.

Mario Rui non è mai stato visto di buon occhio, al massimo vi era una tolleranza.

Con l’arrivo di Spalletti le cose sono completamente cambiate, dopo averlo già apprezzato ai tempi di Roma, il tecnico toscano ha avuto modo di viverlo al 100%, nell’esperienza romana Rui ebbe un grave infortunio al crociato, compromettendone la stagione.

È indubbio che le diagonali viste lo scorso anno, sono frutto del lavoro spallettiano, come la spinta costante su tutta la fascia.

Anche nella gara di ieri parte titolare, per Oliveira sarà dura togliergli il posto, nonostante doti tecniche decisamente superiori, dovrà faticare parecchio per prendere la titolarità della corsia di sinistra.

Quella con gli spagnoli, come avverrà anche sabato contro l’Espanyol, va considerata una prova generale in vista di Verona.

A parte Kim, l’allenatore partenopeo si deve affidare alla vecchia guardia, in attesa di vedere cosa accadrà sul mercato.

Difficilmente si rinuncerà ai movimenti difensivi di Mario Rui, soprattutto con una coppa di centrali inedita, almeno in fase di partenza.

A questo si aggiunge la necessità di avere un leader riconosciuto in campo. Un leader silenzioso come il portoghese ama essere, senza proclami, senza la fascia al braccio, con i fatti e non con le parole.

Per questo Napoli lo ha preso a cuore, per queste sue caratteristiche, che riportano alla mente i tempi di Renica, i Pecchia, i Grava, gli Aronica e così via, tecnicamente non dei fenomeni, ma con quella cazzimma che la gente ama.