Certaldo – Napoli. Volo con scalo. Empoli, Udine, Roma, Milano, un giro in Russia fino a via Caracciolo. Nessuno poteva pensarci. Nemmeno lui. Quel sorriso beffardo a Dimaro lo ricordo. De Laurentiis spara la parola “scudetto” e Luciano santo patrono di Certaldo, sorride. Un sorriso che dice “Questo qui è mezzo matto”. Aurelio, invece, la Volpe, ci aveva visto lungo. I tempi erano maturi. Sapeva quello che ogni tifoso soltanto poteva sognare.
Napoli e Luciano erano destinati. Romeo e Giulietta in salsa partenopea.
A guardarla con tono romantico, erano due sposi delusi. Il passato aveva creato rotture. Dice il saggio “Ogni rottura è principio di rinascita”.
Così è stato. Napoli e Spalletti da “amanti” a sposi in luna di miele.
L’uomo giusto al posto giusto. Era solo questione di tempo. Il bisbetico indomabile, il toscano collerico. Faccia diversa e lontana della Toscana giullare. Artista della sala stampa, padrone di un lessico calcio-filosofico, Luciano, è figura di sacro e profano. “Ci ha protetto Maradona“ è la chiosa del suo percorso meraviglioso. Capitano burrascoso, Luciano Spalletti è il profilo leggendario dell’uomo contro. Eroe romantico e ribelle. Rivoluzionario ed anticonformista. Il milionario semplice.
Capitan Achab. Ulisse re di Itaca rocciosa.
Grazie Luciano, Napoli è tua.
Pedagogista dello Sport