Lorenzo Insigne è finito sul banco degli imputati, dopo il clamoroso flop degli Azzurri contro l’Irlanda del Nord, accusato, probabilmente a torto, di essere l’emblema di una squadra che improvvisamente ha smarrito tutte le sue certezze.
E’ innegabile che l’Italia Campione d’Europa sia ormai un lontano ricordo. Sono passati poco più di quattro mesi dalla notte di Wembley, ma sembra un’eternità. Perchè la Nazionale che ha fallito miseramente l’accesso diretto ai Mondiali, ed è quindi costretta a giocarsi la qualificazioni attraverso i playoff, appare davvero una lontana parente di quella che ha trionfato la scorsa estate in Inghilterra.
La maggior parte della critica imputa al Capitano del Napoli di essersi smarrito proprio quando doveva caricarsi sulle spalle l’attacco. Il Commissario Tecnico, infatti, ha deciso di utilizzarlo da falso nueve, accentrandolo rispetto alla posizione che occupa tradizionalmente. Un ruolo non suo, che Lorenzinho interpreta controvoglia. Abituato com’è a mettere i piedi sulla linea per garantire ampiezza alla fase di possesso. E poi esplorare gli spazi intermedi, entrando dentro il campo.
Una scelta bocciata dalla critica
Roberto Mancini ha tentato di mascherare il limite più evidente di questa Nazionale. Ovvero, l’assenza di un centravanti in grado di finalizzare il gioco, scaricando sulle spalle di Insigne un onere troppo grosso per le sue caratteristiche tecnico-tattiche.
Magari il C.T. sperava di sopperire alla sterilità offensiva con una di quelle proverbiali giocate personali del folletto di Frattamaggiore. Che invece s’è fatto ingabbiare, girando a vuoto là nel mezzo del nulla.
Nondimeno, i media non hanno ritenuto valida per Insigne la parziale attenuante che giocasse fuori ruolo. In effetti, i principali quotidiani sportivi ne hanno letteralmente stroncato la prestazione.
Il Corriere dello Sport gli ha messo un 5, presumibilmente di stima. Motivandolo così: “Falsissimo nove, prima punta solo per obbligo di schema, svaria tra le linee, arretrando anche molto, cercando “luce” nella giungla irlandese. Didascalico nelle conclusioni (un paio) nel primo tempo, cercando sempre traiettorie arcuate, di interno e di esterno destro. Prova a essere più incisivo a inizio ripresa, senza riuscirci“.
Drastico il giudizio de La Gazzetta dello Sport, che al contrario, l’ha sonoramente bocciato con un 4, accompagnato da queste parole: “Altro caso di pressione da maglia. Insicuro, impreciso, ha la chance e se la mangia, fa spesso scelte sbagliate. Finalmente s’è capito che non può fare il falso 9?“.
Difeso da Sacchi, stroncato da Signori
L’ex cittì della Nazionale, Arrigo Sacchi, commentando la prova incolore dell’Italia al cospetto degli irlandesi, ha aspramente criticato la scelta di schierare Insigne come punta centrale: “Il problema è che Insigne non è quello di un mese fa. Corre a vuoto, è una pistola scarica. Succede nell’arco di una stagione. In panchina c’erano attaccanti che, evidentemente, all’allenatore non davano le necessarie garanzie: Scamacca gioca poco nel Sassuolo, Raspadori idem, Belotti non è al massimo. Quindi Mancini ha scelto per la soluzione senza centravanti classico. Ma adesso non tiriamo la croce addosso al commissario tecnico…“.
Parole al vetriolo da Beppe Signori: “Insigne è bello da vedere, ma noioso in quel tiro a giro, che sembra il rituale di un piede senza forze…“.