Diario Pandemico Sorrento vs Italia… sabato 4 Aprile 2020. 26⁰ giorno di tanti (c. a. D. e S. A. – Con l’aiuto di Dio e Sant’ Antonino) Quando l’Italia chiama Sorrento, ai tempi del coronavirus risponde così; con ordine rigore e diligenza, grande senso di responsabilità, ora ancora di più. Noi ce la faremo.
Sorrento si riappropria di se stessa, città vuota, respirano i palazzi, gli alberi, le strade, i viali, le piazze, i nidi, le scuole, i parchi gioco.
Tra il dire e il fare c’è di mezzo l’ incominciare, dobbiamo iniziare a convivere con le mascherine, per tanto tempo, e imparare a “vedere” gli altri con occhi diversi, questa specie di burqa, ora è diventato essenziale.
Le mascherine però costano, o non si trovano e comunque non sono permanenti, e, allora cosa si può fare?
C’ era una volta, nella nostra amata Sorrento,
delle fatine laboriose, dalle mani incantate, con forbici e ago di platino, si chiamano
Isabella, Mariateresa, Annamaria, Adriana, Maria Laura, Adele & co.
In questo momento, quando la città è addormentata e in quarantena, volevano realizzare delle mascherine, e darle in dono, rendendosi così utile con il loro lavoro, ma non avevano la stoffa e l’elastico, e stando nelle loro case non sapevano come poter fare.
Viene in loro aiuto un’ altra fata, la fata cellulina cittadina, lei conosce tanta gente, prontamente si attiva e chiama tutti quelli che potrebbero avere queste cose, e con il suo cellulare fatato, le trova, chi ha donato il tessuto, chi gli elastici, tutto diventa pronto e realizzato, e le fatine dalle mani incantate, si mettono al lavoro, cucendo mascherine intelligenti, quelle, dove da una fessura si cambia il materiale assorbente inserito.
Ne hanno fatte quasi 1000 con i loro aghi fatati, ma la magia sta per finire, perché gli elastici sono quasi terminati, mentre la stoffa no.
Per chi lo avesse questo tesoro, e fare parte della trama e dell’ordito della generosità del volontariato, si facesse sentire.
Le mascherine distribuite, sono già messe a disposizione alla Caritas, a chi va, e dona il sangue, a chi ne ha bisogno.                          È arrivato il tempo di ringraziare, perché tra il dire e il fare c’è di mezzo il donare;la speranza, unita alla provvidenza e alla gratitudine, sa.
Oggi un cielo azzurro splende su noi, ma noi vogliamo vederlo nonostante tutto ancora più Azzurro come l’ Italia. W l’Italia ma quella bella educata, rispettosa e rispettata…la nostra Italia.
Mariafrancesca Gargiulo
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