I campioni non si trattengono, soprattutto non si costringono. Siamo tutti sul mercato, prendere o lasciare. Lo sono i calciatori, gli allenatori, i dirigenti, lo siamo anche noi autori di questo giornale. Tutti attori protagonisti o meno di un festival. Il carrozzone estemporaneo del Calcio. Tutti alla ricerca di un miglioramento, una offerta che paga il sacrificio e l’impegno. Guai non fosse così . Guai si vivesse a ribasso. Accettando ciò che ci è dato come destino ineluttabile. Concetto da Medioevo. Quelli che si impegnano, si sacrificano, studiano e mettono anima nelle cose, hanno il sacrosanto diritto di credere, ambire e desiderare il livello successivo. Quelli che pur con “il posto fisso” hanno continuato a far ricerca. Non paghi, hanno cercato serenità anzi soddisfazione altrove. La pandemia da Covid, ha evidenziato frustrazioni da ambiente lavorativo ed ha acceso una riflessione. Con coraggio, alcuni hanno dato lo strappo. Per Amare, vivere e godere serve coraggio, poche chiacchiere.
Videogiochi o Vita vera, è così che l’Uomo cresce, si sviluppa, diventa Adulto.
Desiderando e credendo in sé stesso.
Chi si accontenta muore non gode. Spalletti va lasciato libero di decidere il proprio futuro e De Laurentiis commetterebbe un grandissimo errore di strategia aziendale se imponesse un diktat.
Il rinnovo unilaterale è cosa antidemocratica. Verticale. È una imposizione e con gli Artisti non funziona. La mente, la condizione psicologica, la sensibilità, il senso di Sentire è cosa assai più vera e profonda nella vita di un creatore di emozioni.
Spalletti ha il diritto di lasciare Napoli da comandante rivoluzionario combattente e partigiano. La Napoli delle 4 giornate, prima città europea libera dal giogo nazi-fascista.
Spalletti uomo libero.

