Immaginate di essere manager di una nota marca italiana. Una marca importante naturalmente.
Pasta, moda, auto, cibo quello che vi pare. Il nostro paese ha diverse eccellenze. Esporta in tutto il mondo, ha contatti e contratti con il resto del pianeta. Ovunque conoscono l’Italia. Ovunque conoscono le diverse meraviglie del bel Paese.
Storia, cultura, mare e pallone.
Tutto vero, tutto giusto ma il mercato è lontano. Il vero business è altrove. Non fa distinzione il calcio. Sarebbe sciocco dire che l’Italia è il centro del calcio internazionale. Inghilterra e Spagna sono avanti in maniera piuttosto evidente. Il Regno unito primo in assoluto per appeal, economia e spettacolo. La Premier è di gran lunga il miglior campionato. Tecnicamente probabilmente no ma per prodotto e fatturato non si discute. Naturalmente dove c’è denaro, c’è vittoria, esposizione, titoli e fama.
Ancelotti in Spagna e De Zerbi in Inghilterra dettano la linea e l’esempio. La stessa cosa vale per lo spagnolo Guardiola ed il tedesco Klopp. Tutti in Premier.
Cosa può davvero dare l’Italia?
Napoli cosa può offrire?
Tanto, tantissimo ma un top club inglese o spagnolo, di più.
Se ci mettiamo che il nostro manager, ha già conosciuto l’Estero, non è più di primo pelo ed il suo treno delle meraviglie, si è rimesso in moto dopo anni appannati, probabilmente, qualcosa potrebbe frullare nei suoi pensieri. I pensieri di Luciano. Certi momenti arrivano, passano e non tanto spesso ritornano. Spalletti è al top ed è giusto si guardi intorno. Vale per i calciatori, gli allenatori, i manager ed i giornalisti. Tutti protagonisti di un mercato in continua evoluzione.
Conferma unilaterale?
Rinnovo forzato?
Che sciocchezza!
Non è una questione soltanto economica. È piuttosto di scelte, di opzioni e di desideri.
A questi livelli, i soldi nemmeno si discutono ma la possibilità di vincere e mettere il proprio nome nella storia del calcio si.
Gli artisti non si “imprigionano”, si lasciano liberi di creare. Sono certo, De Laurentiis nemmeno ci pensa È un uomo troppo navigato.
Sarebbe un braccio di ferro perso ancora prima di unire le mani.
Se fossi tra i consiglieri di Aurelio, suggerirei di iniziare i colloqui esplorativi. È un anno importante ed unico ma il futuro è già iniziato.

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