Castellammare di Stabia piange la morte di un suo figlio
In una fredda e gelida giornata di gennaio, a quasi un anno dalla morte di Ernesto Ferraro, il Dio nostro ha voluto portarsi un altro pezzo di quella Castellammare di Stabia genuina e competente che in campo calcistico e sportivo ha dato lustro alla città delle acque. E’, purtroppo, deceduto mister Gennaro Olivieri all’ età di 78 anni. Nato a Castellammare di Stabia il 10 febbraio 1942 cresce nelle giovanili della Juve Stabia e viene notato da quelli che oggi vengono chiamati scouting, dalla Spal di Paolo Mazza. La squadra del glorioso presidente a cui è dedicato lo stadio di Ferrara si accorge delle qualità tecniche e fisiche dello stabiese e lo acquista. Gioca con la camiseta biancoceleste cinque campionati, quattro in serie A e uno di serie B vincendolo. Esordisce nella massima serie il 17 dicembre 1961 alla scala del calcio contro i rosso-neri del Golden-Boy Gianni Rivera. Nella Spal della stagione 1963-64 difende i colori bianco-celesti insieme con Edy Reja (allenatore del Napoli della doppia promozione e signore del calcio) e un giovanissimo Fabio Capello. Giocherà con loro fino al 1966 quando sarà ceduto alla Roma. Nella Spal colleziona 102 presenze arricchiti da tre goal. Passa alla Roma allenata da Oronzo Pugliese, coriaceo allenatore pugliese. Con la maglia della capitale gioca 100 partite con nessun goal. Famosi in questo periodo i duelli con Gigi Riva. Di Rombo di Tuono apprezzava la grinta e la fisicità del bomber del primo ed unico scudetto cagliaritano. Una volta disse che lui aveva giurato che avrebbe fermato il Gigi nazionale ma al primo contrasto lui face un grosso balzo mentre il campione sardo d’adozione non si spostò di una virgola. Questo per confermare la potenza muscolare del bomber sardo. Dopo l’unica stagione a Roma giocò a Perugia in serie B. Poi passa alla Nocerina e alla Salernitana. Ritorna nella sua Castellammare nel 1972-73. Con la gloriosa maglia giallo-blu gioca 32 partite. Finisce la sua carriera da calciatore nella Puteolana. Finito con il calcio? No. Anzi intraprende la carriera di allenatore iniziando a Scafati e proseguendo in Irpina. Con la Cavese vince un campionato di serie C1 nel 1980-81. Poi girovaga fra Roccella, Siderno, Cassano, Paganese. La sua competenza lo porta ad entrare nei quadri federali e con la nazionale militare vince la medaglia d’argento nei mondiali militari nel 1997. Ecco alcuni suoi ragazzi, Cannavaro, Del Piero, Delvecchio e Galante. Fin qui il calciatore e l’allenatore ma chi ha avuto la fortuna di conoscerlo ricorda una persona squisita, educata, simpatica e competente. Era sempre disponibile per qualsiasi consiglio o parere e mai faceva pesare il suo passato da sportivo. Padre premuroso ha saputo insegnare benissimo i suoi insegnamenti e la sua saggezza alla propria prole. Famosi e simpatici i suoi battibecchi sul calcio con un’altra colonna del calcio stabiese, altra persona perbene in un mondo di banditi. Il nome è Ernesto Ferraro anche esso deceduto un anno fa. E ‘come se il mago dei portieri avesse sentito la mancanza di quell’amico con un cui polemizzavano in maniera quasi incomprensibile a causa delle loro balbuzie. Muore il padre, il marito ma nella mente della famiglia e della gente di Stabia rimane il ricordo dolce e lieve di un gentiluomo del calcio e della vita.


Giornalista