Il pareggio di ieri sera non ha definitivamente chiuso il discorso terzo posto ma, salvo disastri, la Roma ha quasi centrato l’obiettivo terzo posto, che vale 5 mln in più rispetto al quarto posto che vedrà una Champions League un po’ meno ricca nella prima fase (si passerà dai 50 ai 40 mln), ma più ricca nella fase ad eliminazione diretta.
La stagione della squadra di Di Francesco è senz’altro positiva, visto il sensazionale percorso in Champions League, arricchito con l’accesso alla fase a gironi che non era scontato ad inizio stagione.
Dopo le cessioni di Salah, Rudiger, Szczesny, Paredes e l’addio di Spalletti la Roma era data per morta o quasi, mentre poi ha smentito gli scettici.
In campionato la squadra ha raggiunto l’obiettivo, senza però entusiasmare come in Europa, visto che levato Dzeko, la squadra non è riuscita a capitalizzare la grande mole di gioco prodotta: per occasioni create, la Roma risulta seconda dopo il Napoli, è però crollata drasticamente nella percentuale realizzativa di reti (la più bassa delle squadre di vertice), passata da 2,37 a gara della scorsa stagione, a 1,62 della attuale, con un calo del 32% di marcature fatte.
Le ragioni, oltre che tattiche, sono anche tecniche, visti i numerosi infortuni accorsi a Defrel e Schick, con il ceco che si è trovato a disagio negli schemi di Di Francesco, per poi passare a Cengiz Under che si è sbloccato solo a febbraio. Certamente deludenti Perotti ed El Sharaawy e in ragione di ciò. Monchi potrebbe cederne uno dei due, o entrambi, per cambiare integralmente la batteria di esterni sinistri.
A centrocampo, Nainggolan ha sofferto della nuova posizione di mezz’ala, risultando meno pericoloso in avanti, così come Strootman, ormai inadatto a fare la mezz’ala. Nessuno dei centrocampisti ha brillato e questo reparto potrebbe essere oggetto di un profondo restyling.
Sui terzini, il grosso cruccio è stato l’infortunio di Karsdorp che ha obbligato Florenzi a giocare nuovamente in una posizione non sua e, tolto ciò, quest’anno non ha certamente entusiasmato ed è da capire che futuro ci sarà per lui. Peres non è in grado di ricoprire il ruolo ed è probabile un suo addio in favore di un nuovo terzino di ruolo.
A sinistra Kolarov ha sorpreso tutti, ma la prossima stagione necessiterà di un rimpiazzo con il quale alterarsi e bisogna capire se veramente si vuole puntare sul giovane Pellegrini, su Jonathan Silva o su un nuovo giocatore.
Anche i centrali di difesa dovrebbero avere una nuova pedina, visto che un ulteriore pedina sembra necessaria, anche perché Juan Jesus non è certo una garanzia.
Di Francesco si è comunque dimostrato all’altezza della situazione, visto quanto di buono è stato fatto: avrà sbagliato quella gara d’andata a Liverpool, ma la squadra ha dimostrato, per la prima volta, di avere quella mentalità che non aveva mai avuto e anche in Europa, disputando match di alto livello contro Barcellona e Chelsea, oltre a dimostrarsi molto bravo nel saper lavorare con i giovani.
Insomma, per Monchi ci sarà molto da fare, ma se si opererà bene, si potrà dare al tecnico una squadra completa che garantisca un rendimento di alto livello anche in campionato, visto che la stagione non ha regalato assolute certezze e per potenziare la squadra, servirà autofinanzarsi con delle cessioni, da capire quali e chi verrà preso.
Le necessità tecnico-tattiche sono chiare e Monchi sarà chiamato a far vedere di cosa è fatto, senza ripetere gli errori della scorsa stagione.
Nel complesso, per quanto fatto dal tecnico, ci sentiamo di darle un 7,5, sopratutto per lo straordinario percorso in Champions e per aver centrato il piazzamento in Champions. Unico neo, la prematura eliminazione in Coppa Italia.
A cura di Vincenzo Di Maso e Giacomo Cappellin
Giornalista