Una storia d’amore che dura da ben 13 anni quella tra il Club Napoli e il Presidente Aurelio De Laurentiis. Una storia nella quale sia il Club che DeLa sono cresciuti insieme, giorno dopo giorno, tra gioie e dolori, tra arrivi e partenze.

napoli de laurentiis

Ma se alcune storie d’amore iniziano con un colpo di fulmine, che le farà durare per tutta la vita, altre iniziano con un idillio che piano pano si modifica in rancore e disamore.

E forse è esattamente quello che è accaduto nel lontano 2004 al Presidente Azzurro. Un intelligente imprenditore, innamorato del cinema, che nulla conosceva del calcio, ma che ha voluto mettersi in gioco in un mondo totalmente nuovo.

Torniamo indietro nel tempo per analizzare la storia

Una storia romantica scritta da coloro i quali, più di chiunque altro, creano il nome Napoli: i tifosi.

Come in tutte le coppie, l’inizio fu idilliaco. Aurelio de Laurentiis era la figura dell’eroe, colui il quale comprò una società sull’orlo del fallimento facendola arrivare, vittoria dopo vittoria, in Serie B, avendo come obbiettivo la Serie A.

Un obbiettivo che raggiunge nell’estate del 2007. La gioia fu incontenibile tra la tifoseria azzurra tanto che la squadra dell’epoca, che vantava nomi come Hamšík, De Zrebi, Lavezzi per citarne alcuni, fu accolta nella città del Vesuvio con un calore simile a quello dei tempi d’oro di Maradona.

Da li in avanti fu un susseguirsi di obbiettivi, spesso non raggiunti, ma solo perché in fase embrionale. Tuttavia ADL riuscì ad avere un’illuminazione. Probabilmente la causa della staticità del Napoli era una mentalità troppo vecchia per il calcio che stava iniziando a cambiare.

Da li inizia una nuova era. L’era in cui DeLa sceglie di dare una scossa al mondo azzurro prendendo come allenatore per i suoi ragazzi un tecnico ‘folle’ come l’impresa a cui voleva aspirare De Laurentiis, Walter Mazzarri.

Con Mazzarri il Napoli scrive una pagina di storia del Napoli riuscendo a vincere, dopo gli anni difficili della riconquista della Serie A, la Coppa Italia, lottando ogni anno per i primi posti in classifica in tutte le competizioni.

Finalmente ADL ha trovato la stella per far brillare di nuovo il Napoli in tutta l’Europa, con un susseguirsi di successi. Non vittorie, ma realizzazione degli obbiettivi.

Fino all’anno che in assoluto rimarrà impresso nella mente di ogni tifoso, l’anno 2010-2011.

Quella fu la stagione in cui DeLa si rese conto di aver ‘vinto’ come Presidente di un squadra di calcio. Si perché riuscì a riportare una squadra dal fallimento alla Champions League. Un traguardo, che probabilmente, nemmeno lui aveva pensato di poter raggiungere.

Un susseguirsi di vittorie, alcune volute altre inaspettate, fino al 2018, anno in cui per un soffio il Napoli perde la coppa più attesa, lo Scudetto. Una sconfitta voluta, da altri nomi, che poco hanno a che fare con De Laurentiis.

Quella fu la sconfitta più amara che i tifosi napoletani abbiano mai dovuto superare negli ultimi 10 anni. Il sogno, piano piano, stava diventando realtà. E forse fu li che qualcosa si ruppe tra ADL e la tifoseria. L’addio di Higuain e Sarri fu letto dagli azzurri non solo come un tradimento dei due ‘fenomeni’ del calcio ma anche come una colpa di DeLa, il quale da quel momento, perse la fiducia cieca dei partenopei.

Il rapporto tra De Laurentiis e i tifosi oggi

Dal 2018 in poi è stato un succedersi di critiche nei confronti di DeLa, accusato di pensare solo al ‘ vil denaro‘ piuttosto che acquistare giocatori e allenatori che abbiano la capacità di poter vincere.

Si perché di questo si tratta. Il spore della vittoria manca da troppo tempo a Napoli. I tifosi si sentono presi in giro dal Presidente che li aveva salvati. I tifosi azzurri hanno voglia di festeggiare per le strade, vogliono vivere il Napoli a 360 gradi, senza giri di parole e filosofia applicata.

Infatti negli ultimi anni, l’idea generale, è che il Presidente non voglia vincere lo Scudetto, perché una vittoria significherebbe un aumento, in termini monetari, ai giocatori. In tempo di ristrettezze economiche non è l’ideale.

Ma questa accusa, anche oggi, è stata smentita:

Non potete rimproverare a me che non voglio vincere lo Scudetto. De Laurentiis vuole vincere lo Scudetto, ma ci sono delle regole. Se io dico che quest’anno vinceremo lo Scudetto metto anche l’allenatore in una situazione di fuoco incrociato da parte dei media.

a conferma del fatto che un comandante, non può mettere in condizione di crisi chi esegue materialmente per lui.

Ma DeLa ha bisogno della sua tifoseria, del calore che solo i napoletani riescono a donare alla propria squadra.

Oggi durante la conferenza stampa a Palazzo Petrucci, DeLa ha tentato in tutti i modi di ‘parlare ai tifosi’, ringraziandoli, proponendo un progetto di inclusione della tifoseria a tutto tondo:

Se i tifosi non vogliono venire a Castel di Sangro, che è un’ora di macchina, voglio dire… Sicuramente ci saranno iniziative. Allenamenti a porte aperte? Decide il mister. Nel rispetto delle misure anti-Covid faremo tutto quello che si è sempre fatto. Pregherò il mister: in tutte le settimane in cui si giocherà una sola partita e non due partite, durante la stagione, sarà opportuno organizzare un allenamento a porte aperte al Maradona per i tifosi”

Ed è in conclusione della conferenza stampa che De Laurentiis esprime il concetto in merito alla tifoseria in modo limpido e chiaro, tentando il tutto per tutto:

Voglio concludere con un messaggio questa conferenza stampa: Faremo di tutto per riportare a Napoli lo Scudetto. Ma dovremo essere tutti insieme e se non ce la faremo non dovremo deprimerci perché noi siamo il Napoli”