Napoli-Lecce: Il fallimento tattico di Gattuso, ma non solo
Napoli-Lecce doveva essere tra il trittico di partite difficili forse la più facile, invece un allucinante Gattuso e un arbitro che andrebbe radiato, hanno reso il pomeriggio napoletano un giorno da incubo per i tifosi partenopei. Tifosi che hanno affollato in massa lo stadio San Paolo speranzosi di assistere ad uno spettacolo degno della gloriosa storia del Napoli e degno della passionalità e della competenza del pubblico partenopeo. Invece il paziente e civilissimo pubblico partenopeo ha dovuto assistere ancora una volta ad un film horror peggio di quello di Claudio Argento. Regista di questo scempio e di questo horror tutto partenopeo è stato il nuovo comandante dell’Armata Brancaleone chiamata Napoli. Attore non protagonista è stato il signor (mai più eufemismo fu indicato ad una persona) Giua. Arbitro che era al debutto con la squadra partenopea. Si spera che sia la sua ultima direzione con il Napoli. Primo protagonista di questa giornata dantesca per il Napoli è stato il nuovo comandante, di che non si sa, del Napoli. Il suo nome è Gennaro Gattuso da Corigliano Calabro, altro fenomeno della panchina che come allenatore non ha vinto niente e che mai si era trovato con giocatori di questa levatura. Gli errori del sempre ombroso Gattuso, sono tanti e sono tutti evidenti e ometterli sarebbe un omicidio all diritto di cronaca. Mette una squadra sperimentale non avendo neanche rispetto per l’avversario che ha di fronte. Fa giocare una coppia difensiva che rientrava da 1 mese, 1 mese e mezzo fuori lasciando in panchina Manolas. Sulle fasce quella che è andata nettamente in bambola è quella destra che vedeva rientrare nella posizione di terzino destro il povero Di Lorenzo e davanti a lui solo Lobotka e Politano. Sulla sinistra invece il mister proponeva Mario Rui, buona la partita, Zielinski , una delusione ampiamente prevista, ed Insigne a cui va data solo la colpa di aver sbagliato un goal fatto. A centrocampo Demme davanti alla difesa. In attacco oltre al suddetto Insigne c’erano un immobile (non il giocatore) Milik e il neo arrivato Politano. Durante il proseguo della partita, Zielinski non si adoperava a fare una fase difensiva degna di tale nome ma svagato si avventava in avanti e trasformava il modulo del Napoli da 4-3-3 ad uno 4-2-4.Cosi il Napoli andava in sofferenza. Demme si spostava verso l’out sinistro e Lobotka doveva giocare sia sull’out destro che da centrale di centrocampo. Si creava un buco a destra in cui agiva Barak indisturbato ed i risultati si vedevano agli occhi di tutto tranne che a quelli di Gattuso. Anche lo stesso Saponara diventava un fuoriclasse. La difesa andava in bambola e Koulibaly dava il peggio di sé al rientro. Unica azione dove tornava il vecchio leone era quando salvava sulla linea. Lapadula invece non gli faceva beccare palla. Il Napoli aveva anche il torto di non segnare alcune facili azioni, infatti un pachidermico Zielinski ed un inconcludente Milik mancavano la stoccata vincente. Il Lecce giocava sugli errori di Gattuso e approfittando che la squadra azzurra non era compatta ed equilibrata giocava in spazi larghi. Gattuso consegnava il telepass per l’autostrada chiamata Napoli ed il Lecce segnava in contropiede. Nel secondo tempo il mister invece d’inserire un centrocampista (non avrà visto vicino a lui Allan, Elmas e Fabian Ruiz) inseriva Mertens al posto di Lobotka. Sembrava un’assurda decisione. Il Napoli per grazia di Dio pareggiava con Milik (lo stava sbagliando pure). La il mister doveva riequilibrare la squadra ma insisteva con un modulo tanto spregiudicato quando letale. Il Lecce approfittava di questa mega autostrada e dopo l’ 1-2 metteva in difficoltà ancora il Napoli e solo un buon Ospina evitava la goleada e la mega figuraccia. Poi metteva Callejon dopo il 1-2 dimostrando si essere molto confuso. La ciliegina sulla torta amara la metteva quando toglieva Insigne ed inseriva Lozano. Il Napoli perdeva l’unica arma a sua disposizione, cioè il fattore sorpresa sull’asse Insigne-Callejon che poteva essere letale. Altro protagonista del brutto pomeriggio napoletano è stato l’arbitro Giua. Al di là di un arbitraggio che è sembrato ai più indisponente ed irritante, non ha concesso il rigore al Napoli per fallo su Milik. L’arbitro viene richiamato dal VAR ma presuntuoso come è fa proseguire. L’arbitro non si degna neanche di rivedere le immagini al Var dimostrando la sua ignoranza mista a presunzione, e per questo motivo andrebbe radiato È pure bugiardo perché a 16 metri di distanza e coperto non puoi vedere quel fallo da rigore netto. Al di la dell’arbitro o dei singoli episodi quello che risulta essere grave è l’incapacità di questo allenatore di non saper leggere la partita neanche nelle cose più facili e questo è grave per un allenatore di serie A. Tutti i detrattori di Ancelotti vedendo questo scempio cosa dovrebbero fare adesso? Ai posteri l’ardua sentenza.
Giornalista