Al Cotugno iniziano gli esperimenti sui malati di Hiv

Al Cotugno di Napoli, sono sotto trattamento dei medici 230 pazienti HIV positivi entrambi non sono affetti da Covid 19. L’idea è che le cure contro l’HIV li hanno protetti. Al Cotugno di Napoli sono iniziati gli esperimenti sui malati di HIV per contrastare l’efficacia del SARS-COV  A riportare la notizia è Tgr Leonardo che ha intervistato il dottor Parrella,  Direttore UOC Malattie Infettive a Indirizzo Respiratorio, AORN Ospedali dei Colli – Ospedale “D. Cotugno” di Napoli.   e il dottor Manzillo , responsabile del dipartimento d’  Immunodeficienze e malattie dell’immigrazione dell’Ospedale Cotugno di Napoli, “E’ un progetto di ricerca che i medici del Cotugno stanno per portare in avanti Su 230 ricoverati per  dal 21 febbraio 2020 a  causa del Covid-19 non c’è nessun paziente  HIV positivo Ecco come spiega la situazione  il dottor Manzillo: “ Tale ricerca nasce dalla che di tuti i pazienti affetti da Covid-19 nessuno è risultato HIV positivo anche se qui osserviamo soggetti affetti da AIDS dei quali il 90 % dei farmaci retrovirali e nella maggior parte dei casi è viro soppresso per HIV. Siccome il virus Hiv ha un’azione dis-gregolante sul  sistema immunitario come lo è il Covid  è probabile che l’azione del virus da HIV abbia una sorte di protezione da forme grazie  clinicamente evidenziabili di Covid -219” Il dottor Parrella invece ha parlato del confronto con i cinesi di Whulam ( la dove è nata la pandemia) e ha spiegato come non c’è nessuna evidenza in letteratura medica tra HIV e Covid-19. Ecco le sue parole:” Ieri ci siamo confrontati con i colleghi cinesi e anche loro tra i Covid positivi non riscontravano soggetti HIV. Potrebbe essere collegato ad un riscontro di terapia antivirale. Infatti quello che stiamo facendo contro il virus killer è applicare una serie di trattamenti mutuando dalla terapia retrovirale i nostri pazienti Potrebbe darsi che i nostri pazienti siano coperti per la terapia di base che fanno” Di rimando il dottor Manzillo spiega come si svilupperà i test:” Innanzitutto dovremo andare a testare i nostri pazienti  HIV positivi  quando li rivedremo fra un mese anche per un contatto che loro avrebbero potuto avere con il Covid-19 attraverso il test sierologico e poi il test si svilupperà sia in senso virologico per un’azione caratterizzata da una competizione tra i due virus e poi per l’azione dei farmaci retrovirale. D’altra parte il Canetra che noi abbiamo utilizzato è un farmaco che noi non usiamo proprio più per l’infezione di HIV mentre usiamo  farmaci retrovirali più performanti e meno tossici e poi dovremo valutare poi anche il tipo di terapia retrovirale e poi bisognerà valutare se sono pazienti naif per la terapia retrovirale  o se sono pazienti con più terapie alle spalle. Se può essere esteso questo scudo ai pazienti Covid-19 ? Non ci sono ancora conferme, dice il dottor Parrella,  e speriamo proprio di si”

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