La buona notizia è questo: il Napoli sa vincere anche quando non è sarriano. A Ferrara ha giocato maluccio, alla fine ha vinto per prodezze dei suoi giocatori. La prima di Insigne, la seconda di Ghoulam e Callejon in cooperazione, la terza con Ghoulam tutto da solo. Grandi azioni non si sono viste. Neanche la fluidità del gioco. La Spal ha messo in campo tutte le armi a sua disposizione, anche la “cazzimma”, visto che ha costretto il Napoli a giocare su un campo indecente, per di più secco, sul quale la palla non scorreva. Ha trovato due gol, per altro bellissimi nell’esecuzione, nei soli due tiri in porta. A differenza di altre squadre che hanno sin qui incontrato il Napoli si è anche misurato la palla, ha aspettato gli azzurri, ha fatto densità (una volta si diceva catenaccio) davanti alla propria area di rigore. Tutto sommato non è mai riuscito neanche a ripartire come aveva forse pensato di fare. Ma alla fine il Napoli ha vinto. Sesta vittoria consecutive, undicesima se consideriamo anche quelle dello scorso campionato. Una vittoria che non è arrivata col gioco, ma è stata meritata. Col Napoli bravo a reagire subito, sia al primo gol, che al pari del 2-2.
A voler cercare il pelo nell’uovo un paio di considerazioni. Due tiri, due gol. Reina non ha grandi colpe, ma sulla punizione il pallone è entrato sul suo palo. La seconda è che il Napoli è stato a tratti irritante. Supponente. Ha giocato con la prosopopea di chi sa che la partita la vince, perché un paio paio di gol in un modo o nell’altro li trova sempre. Però non ci ha messo la solita intensità. Il Napoli spesso soffoca gli avversari, li prende per stanchezza, fisica e mentale. Stavolta non è stato così. Non l’ha fatto. Tanto è vero che ha vinto con un’azione che se non avesse portato al gol probabilmente avrebbe fatto infuriare il tecnico. Con Ghoulam che ha portato palla per 50 metri, per arrivare alla conclusione col piede debole. Era destino che il Napoli vincesse, probabilmente. Speriamo che sia un segnale che lassù, non nel Palazzo, ma molto più in alto, qualcuno ci ama.
Giornalista